Cambiamenti climatici e assicurazioni: in 50 anni Italia 310 miliardi di euro di danni
Il 2023 è stato un anno record per i danni causati da catastrofi naturali. Secondo il “Rapporto 2024 Rischi da catastrofi naturali e di sostenibilità: monitoraggio annuale” dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), »Il costo totale derivante dai fenomeni naturali estremi ha raggiunto la cifra record di 16 miliardi di euro (+22% rispetto al 2022) con le regioni del Nord che sono state le più colpite con 210 eventi, seguite dal centro Italia (98) e dal Sud (70 eventi)«. Proprio a causa degli ingenti danni riportati lo scorso anno, entro dicembre 2024 arriverà l’obbligatorietà per le imprese con sede legale in Italia di stipulare polizze catastrofali, Ma Italian Insurtech Association (IAA) avverte che «E’ fondamentale aumentare gli investimenti in tecnologie predittive se si vogliono limitare in maniera consistente i danni alle imprese nostrane».
Secondo uno studio della Commissione europea, l’Italia è tra i Paesi più vulnerabili alle catastrofi naturali, insieme a Bulgaria, Romania e Grecia. I cambiamenti climatici, sempre più estremi, stanno portando a un aumento significativo dei danni assicurati. Uno studio di Prometeia evidenzia che negli ultimi 50 anni le calamità naturali sono costate allo Stato italiano quasi 310 miliardi di euro. Fra i settori più toccati dal cambiamento climatico spicca quello agricolo, anche se nel 2023 ha registrato un decremento del numero di aziende agricole assicurate scese a 63.038 (-4% rispetto al 2022), pari a meno del 10% delle aziende attive totali nazionali, in base ai dati del Registro delle Imprese (Fonte Ismea).
L’ IAA avverte che «Con l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, queste polizze diventeranno sempre più cruciali per proteggere le persone e le imprese dai rischi associati ai cambiamenti climatici. Un aiuto potrebbe arrivare anche dalle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati in tempo reale, la combinazione di tecnologie satellitari e la blockchain, che potrebbero giocare un ruolo chiave nel migliorare l’efficienza e la trasparenza del settore assicurativo».
Clean Tech for Italy dice che nel 2023 in Italia sono stati investiti circa 320 milioni per soluzioni di climate tech e l’Italian Insurtech Association sottolinea che «E’ fondamentale alzare questo dato intorno al mezzo miliardo di euro per supportare lo sviluppo di startup in grado di supportare le imprese contro il cambiamento climatico».
La legge di bilancio del 2024 ha introdotto l’obbligatorietà di stipula entro il 31 dicembre 2024, per le imprese con sede legale in Italia, di contratti assicurativi che coprano i danni a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali. Questa copertura è necessaria per proteggere le imprese da eventi catastrofali quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Tuttavia, la bozza del decreto interministeriale, che potrebbe arrivare solo dopo l’estate, darebbe alle aziende poco più di 3 mesi per valutare e stipulare le polizze. Proprio per tali motivi l’investimento tecnologico diventa sempre più prioritario per proteggere le imprese italiane.
Il presidente IAA Simone Ranucci Brandimarte conclude: «Considerando che meno del 10% delle PMI è attualmente assicurata per i terremoti e meno del 5% per le alluvioni, il carico di lavoro per le compagnie assicurative sarebbe enorme e ingestibile. Siamo da sempre favorevoli all’obbligatorietà delle polizze climatiche per le imprese, i cambiamenti climatici stanno portando a un aumento significativo dei danni assicurati, mettendo sotto pressione l’intera industria assicurativa. Tuttavia, riteniamo che la sola norma possa calmierare solo in parte il problema. E’ fondamentale aumentare gli investimenti in ricerca tecnologica, specie in quelle soluzioni dette “predittive”, che possono quindi prevedere la comparsa di un evento catastrofico e aiutare le aziende a reagire di conseguenza».