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El Niño ha raggiunto il picco e ha iniziato il suo declino, ma i suoi effetti perdureranno (VIDEO)

Wmo: «Un episodio di intensità eccezionale». Troppo presto per dire se arriverà La Niña
 |  Crisi climatica e adattamento

Quello che è stato chiamato El Niño Godzilla 2015–2016 ha raggiunto il massimo ed ha iniziato il suo declino, ma resta forte e a livello mondiale continua ad influenzare le regioni climatologiche. A dirlo è l’ultimo bollettino info-Niño/Niña pubblicato dalla  World Meteorological Organization (Wmo) che aggiunge: «Dovrebbe indebolirsi nel corso dei prossimi mesi e sparire progressivamente nel secondo  trimestre del 2016».

Alla fine del 2015, nel Pacifico centrale e orientale la temperatura dell’acqua in superficie ha sperato di oltre 2 gradi centigradi quella normale, e El Niño 2015–16, molto simile per intensità a quello del 1982–83, è uno dei più forti mai registrati. Ma la Wmo avverte che «E’ ancora troppo presto per stabilire in maniera certa che si tratti dell’episodio più intenso mai registrato». Come avviene spesso in presenza di El Niño, la temperatura dell’oceano in superficie ha raggiunto il massimo  a novembre – dicembre, per poi abbassarsi di circa 0,5° C. Il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas, spiega: «Abbiamo vissuto uno degli episodi El Niño più intensi mai osservati, ha provocato la comparsa di fenomeni meteorologici estremi in tutti i continenti ed ha contribuito al record di caldo registrato nel 2015. Da un punto di vista meteorologico, l’episodi attuale ha iniziato la sua fase di declino. Ma dobbiamo restare vigili perché resta relativamente intense e le sue ripercussioni sul piano umanitario ed economico si faranno sentire per numerosi mesi. Delle regioni del Sud America e dell’Africa orientale non si sono ancora interamente rimesse dalle piogge torrenziali e dalle inondazioni che hanno subito. Il bilancio economico e umano della siccità, fenomeno per sua natura ad evoluzione lenta, è sempre più evidente nell’Africa australe, nel Corno d’Africa, in America Centrale e in diverse altre regioni. Siamo meglio preparati di sempre. I lavori scientifici effettuati durante questo episodio ci permetteranno di comprendere meglio El Niño, così come le correlazioni tra questo fenomeno climatico naturale e i cambiamenti climatici di origine antropica. Gli insegnamenti che trarremo dall’episodio attuale saranno messi a profitto per rafforzare la nostra capacità di far fronte alle catastrofi di origine meteorologica, il cui numero aumenterà a causa dei cambiamenti climatici».

Secondo il bollettino info-Niño/Niña, i modelli indicano che l’episodio El Niño dovrebbe cedere il posto a condizioni neutre nel corso del secondo trimestre del 2016, ma è ancora troppo presto per determinare se dopo si manifesterà un episodio di La Niña, opposto a El Niño.

La Wmo sottolinea che «I fenomeni El Niño e La Niña non sono i soli fattori che determinano i regimi climatici su scala globale. Par esempio, lo stato dell’Oceano Indiano (l’Indian Ocean Dipole) o la temperatura di superficie dell’Atlantico tropicale possono avere un’incidenza sul clima delle terre adiacenti. Gli inverni dell’emisfero nord subiscono l’influenza delle cosiddette oscillazioni Artiche e del Nord Atlantico».

Redazione Greenreport

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