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Riscaldamento globale, l'Italia nel mirino ma dal governo nuovo via libera alle trivelle

Firmato il decreto autorizzativo per Ombrina mare. La Regione: «Ricorreremo al Tar»
 |  Crisi climatica e adattamento

Come dimostrano i dati diffusi dal Cnr, il Mediterraneo e in particolare i mari che bagnano le coste italiane registrano picchi record di temperatura, a causa dell’avanzare dei cambiamenti climatici dipendenti dall’immissione di gas serra nell’atmosfera. «Il cambiamento climatico è un nostro problema», ha riconosciuto il ministro dell’Ambiente Galletti da Festambiente, ma nel mentre dai suoi uffici è partito il decreto autorizzativo per l’impianto di trivellazione offshore di Ombrina mare.

«Conclusa con esito positivo (D.M. 172 del 07/08/2015) la procedura VIA-AIA inerente la concessione di coltivazione idrocarburi liquidi e gassosi “d30B.C-MD” – Progetto di coltivazione del giacimento Ombrina Mare», grazie alla firma del ministro Gian Luca Galletti  e da quello dei Beni culturali, Dario Franceschini. Quello oggetto di via libera governativa, come ricordano dal Wwf, è una piattaforma delle seguenti dimensioni: 35 metri X 24 metri X 43,50 metri di altezza sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani), da realizzarsi a 6 km dalla Costa dei Trabocchi, individuata fin dal 2001 dal Parlamento italiano come parco nazionale. «Essa sarà collegata ai 4-6 pozzi che dovrebbero essere perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6-9 mesi. Solo in questa fase verrebbero prodotti 14.258,44 tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di perforazione. La piattaforma sarà collegata ad una grande nave della classe Panamax riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production, Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a 10 km di distanza dalla costa. La nave avrebbe le seguenti dimensioni: 320 metri di lunghezza per 33 di larghezza e 54 metri di altezza massima (le fiancate si alzeranno dal mare per 22 metri)».

Il progetto, da sempre inviso agli ambientalisti – Legambiente e Wwf hanno presentato 38 pagine di osservazioni per il procedimento di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), prima che venisse approvato – dopo il via libera governativo dovrà scontrarsi anche contro la volontà della Regione Abruzzo, davanti alle cui coste dovrebbe sorgere l’impianto.

«Se qualcuno ha pensato di trovarci impreparati o prossimi alla smobilitazione estiva – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente, Mario Mazzocca – allora ha sbagliato di grosso. Abbiamo appena finito, infatti, di stampare le circa 200 pagine del decreto per studiarlo in questi giorni e porre le basi, fin dal corrente mese di agosto, per il doveroso ricorso al Tar avverso il detto atto governativo. Parimenti procederemo anche contro l'eventuale futuro decreto concessorio da rilasciare a cura del ministero dello Sviluppo economico. Decreto che, a questo punto, non mi stupirei se qualcuno provasse a promulgarlo in ferragosto».

La battaglia contro l’insensatezza economica e ambientale di Ombrina mare, dunque, continua. «Il problema – come ha sottolineato il delegato Wwf Abruzzo, Luciano Di Tizio – è che non si può continuare a lottare pozzo dopo pozzo, progetto dopo progetto». È la strategia nazionale a dover cambiare, ma al momento il governo rimane il primo sponsor delle trivelle.

Redazione Greenreport

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