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L'uragano Beryl e le crescenti minacce per i Caraibi

Sempre più a rischio i piccoli Stati insulari e i bambini dei Caraibi
 |  Crisi climatica e adattamento

Secondo la World meteorological organization (Wmo), «Dopo essersi intensificato a un ritmo esplosivo, L'uragano Beryl rappresenta una grave minaccia per le comunità del Mar dei Caraibi. E' il primo uragano di categoria 5 nell'Atlantico mai registrato. Crea un precedente allarmante per quella che si prevede sarà una stagione degli uragani molto attiva con rischi per l'intero bacino e sottolinea ancora una volta la necessità di allerte precoci multi-rischio».
Beryl si è fortunatamente indebolito passando dalla categoria 5 alla categoria 4 della scala Saffir Simpson, rimanendo molto pericoloso mentre si dirigeva verso la Giamaica. I venti massimi sostenuti erano vicini ai 230 km/h, con raffiche più forti che si estendono verso l'esterno fino a 75 km.
Ieri Beryl ha raggiunto un'intensità da uragano maggiore mentre transitava vicino alla Giamaica e alle Isole Cayman ma dovrebbe ulteriormente indebolirsi, anche se ha ancora le caratteristiche di un uragano nei Caraibi nordoccidentali. A rischio in particolare la costa meridionale di Haiti e parte della costa orientale della penisola dello Yucatan in Messico.
Il primo luglio Beryl ha colpito le isole Windward meridionali con una forza di categoria 4 sulla scala Saffir Simpson. Poi ha provocato gravi danni a Grenada, Saint Vincent e Grenadine, Barbados e Saint Lucia, tutte piccole isole con poca esperienza nel fronteggiare un uragano di categoria 4.
La vicesegretaria generale della Wmo Ko Barrett, sottolinea che «Basta un solo uragano che tocca terra per far regredire anni di sviluppo socio-economico. Ad esempio, l'uragano Maria nel 2017 è costato alla Dominica l'800% del suo Prodotto Interno Lordo. Gli avvertimenti tempestivi della comunità Wmo e una migliore gestione del rischio di catastrofi hanno ridotto drasticamente le vittime, ma i piccoli Stati insulari in via di sviluppo nei Caraibi soffrono ancora in modo sproporzionato. Ecco perché la Wmo e i suoi partner hanno dato priorità all'azione di allerta precoce nelle piccole isole nell'ambito dell'iniziativa internazionale Early Warnings For All. Quest’anno dobbiamo essere particolarmente vigili a causa del calore oceanico quasi record nella regione in cui si formano gli uragani atlantici e del passaggio alle condizioni di La Niña, che insieme creano le condizioni per una maggiore formazione di tempeste».
Il Climate Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration Usa (NOAA) prevede 17 - 25 tempeste denominate (la media è 14) E da 8 a 13 di queste diventeranno uragani (la media è 7), inclusi 4 - 7 uragani maggiori (la media è 3). Un uragano maggiore è di categoria 3, 4 o 5 Saffir Simpson, con venti di 178 kmh/111 mph o superiori.
Secondo le stime dell'Unicef, «I venti, le piogge torrenziali e le inondazioni improvvise potrebbero mettere a rischio almeno 3 milioni di bambini nei Caraibi. Venti forti, mareggiate e piogge intense hanno danneggiato gli spazi sicuri per i bambini, tra cui case e scuole.
Karin Hulshof, Direttrice regionale dell'Unicef per l'America Latina e i Caraibi, ha detto che «Mentre l'uragano Beryl continua il suo percorso attraverso il Mar dei Caraibi, è necessario fare tutto il possibile per prevenire la perdita di vite umane e mantenere i bambini al sicuro. I nostri team in tutti i Caraibi sono pronti a sostenere gli sforzi nazionali per fornire assistenza umanitaria alle famiglie in difficoltà. Mentre gli eventi meteorologici estremi mettono a rischio la vita dei bambini e delle famiglie più vulnerabili, l'Unicef sostiene gli sforzi di preparazione alle emergenze in tutta la regione. Investire nelle capacità nazionali di prepararsi e rispondere alle emergenze climatiche e fornire servizi essenziali ai bambini è fondamentale».
L'America Latina e i Caraibi sono la seconda regione al mondo più soggetta a calamità. Nei Caraibi, ogni anno 1,9 milioni di persone, tra cui mezzo milione di bambini e adolescenti, sono colpite da disastri. I piccoli Stati insulari e in via di sviluppo dei Caraibi sono particolarmente vulnerabili agli shock climatici a causa delle loro piccole dimensioni e dell'estrema esposizione ai rischi naturali e agli effetti del cambiamento climatico. Quest'anno l'Unicef ha richiesto 12,4 milioni di dollari per prepararsi e rispondere alle emergenze in America Latina e nei Caraibi, compresi i Paesi del bacino caraibico.
L’Intergovernmental Panel on Climate Change (ipcc)prevede che , a causa dei cambiamenti climatici, aumenteranno i cicloni tropicali intensi e i tassi medi e massimi delle precipitazioni. L'innalzamento del livello del mare, aggravato dalle mareggiate, aumenta il rischio potenziale per le comunità costiere.
La Wmo fa notare che «L'uragano Beryl si è intensificato da depressione tropicale a uragano di grandi dimensioni in 42 ore. Questo è senza precedenti per giugno, ma è in linea con la recente tendenza verso un'intensificazione molto rapida, come nel caso dell'uragano Otis, che è cresciuto fino a diventare un uragano di categoria 5 durante una notte e ha colpito la località turistica messicana di Acapulco lo scorso ottobre».
Philip Klotzbach, che fa parte della rete di esperti scientifici della WMO, conclude: «Uno dei motivi per cui l'uragano Beryl si è intensificato fino a diventare un uragano di categoria 5 con oltre due settimane di anticipo rispetto a qualsiasi altro uragano atlantico registrato è dovuto ai livelli estremamente elevati di calore contenuto nell'oceano. Il calore contenuto nell'oceano caraibico oggi è normalmente quello che abbiamo a metà settembre. Le temperature della superficie del mare in questa regione hanno raggiunto livelli record per ogni mese in negli ultimi 14 mesi (dati fino a maggio 2024). L'Atlantico centrale e orientale tradizionalmente diventano più attivi in agosto, in parte perché le temperature oceaniche hanno avuto il tempo di riscaldarsi e alimentare i sistemi in via di sviluppo. Normalmente, le temperature oceaniche non sono abbastanza calde a giugno e luglio per aiutare i sistemi tropicali a prosperare. Questo pone le basi per quella che si prevede sarà una stagione degli uragani particolarmente attiva e pericolosa per l'intero bacino: Atlantico, Caraibi e America Centrale».

Redazione Greenreport

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