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Il governo semplifica le grandi opere e blocca quelle piccole, rinnovabili comprese

Sequestrato ieri in Sardegna un impianto eolico da soli 60 kW, serve la Via
 |  Crisi climatica e adattamento

Paradossi inconsapevoli o ennesima puntata di scriteriato attacco alle rinnovabili? La domanda sorge spontanea di fronte all’incredibile notizia per cui il Corpo Forestale della Regione Sardegna ha sequestrato ieri a Su Pardu, nel Medio Campitano, un campo eolico,  pronto a entrare in funzione, di potenza complessiva di 60 kW.

Si avete letto bene: 60 (sessanta) kW (chilowatt), non parliamo di mega, ma di un impianto piccolissimo. Sono impazziti i forestali sardi? No. Semplicemente la Regione Sardegna prende atto di una norma nazionale contenuta nel dl “competitività” (bello il nome, meno la sostanza) dell’estate scorsa che sopprime le soglie sotto le quali gli impianti rinnovabili non sono soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale. Qui sta il paradosso: la modifica voluta dal governo Renzi (dicono per rispondere a una richiesta dell’Europa… al solito) praticamente sottopone al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale qualsiasi impianto ambientale,  persino i 3 kW sul tetto, e intanto nello “Sbloccaitalia” si semplificano le trivellazioni.

Il problema è che non c’è alcuna idea e “visione” che detta le scelte del governo. Altrimenti di fronte al problema, reale, di una burocrazia eccessiva si sarebbe dovuto procedere per vere semplificazioni: sulle rinnovabili per esempio copiando i rigorosissimi tedeschi che, rispettando ovviamente le direttive europee, aiutano però gli operatori e non gli  mettono bastoni tra le ruote come invece succede da queste parti (e in molte regioni). Qui invece si è scelta la strada di deroghe a pioggia per opere, la cui utilità è dubbia, ma che sono “grandi”. Invece i problemi per quelle piccole, probabilmente le uniche che potrebbero svolgere un reale ruolo anticiclico, aumentano.

Gli operatori del settore delle rinnovabili riuniti nel Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) hanno rivolto un appello a Galletti e Renzi per sanare quest’incredibile pasticcio e speriamo che presto venga messa una toppa. Ma davvero anche in questo caso servirebbe una vera svolta e non chiacchiere. Anche di questo parleremo dal 26 al 28 Novembre al Forum QualEnergia? organizzato da Legambiente, Kyoto Club, La Nuova Ecologia, all’Ara Pacis di Roma.

Francesco Ferrante

Francesco Ferrante è nato a Palermo il 23 marzo 1961 e vive a Roma da quasi sempre. Dal 1995 al dicembre del 2007 direttore generale di Legambiente; dal 2006 al 2013 Senatore del Partito Democratico in Commissione Ambiente. Tra i soci fondatori di Symbola – la Fondazione per la qualità italiane –, nel 2012 è stato tra i promotori e adesso è il vicepresidente del Coordinamento Free – Fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Dal 2009 è vicepresidente del Kyoto club, mentre dal 2019 è diventato socio, Senior partner e Direttore Public affairs dell’agenzia di comunicazione Eprcomunicazione. Nel corso degli anni, Ferrante ha inoltre svolto attività di docenza alle Università La Sapienza, LUISS, Tor Vergata e Cattolica.