Skip to main content

Gaza, anche gli ambientalisti guardano con speranza alla tregua

Greenpeace chiede il rispetto della risoluzione Onu per cui Israele e Palestina vivano fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti
 |  Approfondimenti

La strage in corso a Gaza sembra davvero sull’orlo di una tregua, sebbene molto precaria. Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha riferito di «garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa, sia Biden che Trump, che se i negoziati sulla fase due dell'accordo falliscono e Hamas non accetta le richieste di sicurezza, l'Idf tornerà a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli Stati Uniti».

La pace è dunque ancora tutta da costruire, ma il cessate il fuoco è un primo passo. Secondo quanto trapelato dai media israeliani, oltre 1.700 detenuti palestinesi saranno liberati in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase dell'accordo, che la Commissione dei ministri per gli affari di sicurezza nazionale ha già raccomandato al Governo di approvare.

Un passo avanti cui anche gli ambientalisti guardano con ansia, pur nella consapevolezza del lungo percorso che ancora resta verso una pace duratura.

Accogliendo con favore l’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, Greenpeace invita la comunità internazionale a fare tutto il possibile per sostenere i civili coinvolti nel conflitto – la maggior parte dei quali sono donne e bambini – e per assicurare una pace duratura in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco.

«Anche con la cessazione immediata dei bombardamenti, nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni a venire la violenza brutale e indiscriminata di questo conflitto continuerà a fare altre vittime.

Questo deve essere il primo passo del lungo cammino verso il risanamento, in cui il rumore assordante dei proiettili e delle bombe lascia il posto ai negoziati per una pace duratura costruita sulla sicurezza, sulla giustizia e sull’uguaglianza dei diritti per tutti. Mettendo fine a una catastrofe umanitaria e ambientale, il diritto internazionale deve essere rispettato. Greenpeace riconosce le profonde questioni storiche che devono essere discusse e negoziate se si vuole stabilire una pace permanente. Greenpeace chiede la fine dell’occupazione illegale della Palestina».

Ecco perché l’associazione ambientalista sostiene l’ambizione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu secondo cui “Israele e Palestina vivano fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, coerentemente con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.