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L’economia sociale e solidale in Palestina, una mappatura tra resilienza e innovazione

Con il progetto Ibtkar un’analisi delle sfide e delle opportunità per lo sviluppo comunitario, ostacolato da barriere politiche ed economiche
 |  Approfondimenti

Nell’ambito del progetto Ibtkar, COSPE e l’organizzazione palestinese Bisan hanno realizzato una mappatura delle realtà di economia sociale e solidale (ESS) in Palestina. Il Centro Bisan per la Ricerca e lo Sviluppo è una organizzazione fondata nel 1989, con l’obiettivo di sviluppare movimenti sociali critici, investendo sullo studio e la ricerca in diversi ambiti, tra cui i diritti sociali e civili, il protagonismo dei giovani, la democrazia e la partecipazione delle comunità nella vita politica e nella crescita economica.

In tutto il mondo, le imprese sociali sono diventate un fenomeno sempre più diffuso ed efficace per affrontare, attraverso la leva economica, le questioni di disparità sociale e contrasto alla povertà, come ormai sostenuto da numerosi scienziati sociali, economisti e politici. Un vero boom delle attività e delle realtà di ESS è stato osservato negli ultimi anni in Palestina, un territorio che a causa dell’occupazione militare israeliana soffre di complesse difficoltà sociopolitiche che portano ad instabilità politica, mancanza di accesso e deprivazione delle risorse naturali ed economiche oltre a  forti restrizioni di movimento e libertà.

Attraverso l’intervento di cinque esperti palestinesi e un italiano, è stato realizzato uno studio territoriale e settoriale delle realtà e delle iniziative che si riconoscono nell'approccio e nella visione dell'ESS, con l’obiettivo di collegare queste realtà, che attualmente agiscono senza un coordinamento. Grazie a questo studio, abbiamo una fotografia credibile dell'ESS nei suoi diversi aspetti politici, sociali ed economici, rendendo possibile anche per i referenti istituzionali e internazionali comprendere meglio questa realtà nelle specificità del contesto palestinese.

Il lavoro di ricerca, oltre agli elementi legati al contesto legale, sociale ed economico palestinese, ha preso in considerazione i fattori esterni che rendono la Palestina un caso singolare a livello internazionale: la legge israeliana e la confisca delle terre per mano dell’esercito, la modifica dello status di buona parte dei territori ad opera dell’occupazione militare, con tutte le conseguenze sulla vita delle persone e sullo sviluppo sociale ed economico. Inoltre, lo studio è stato condizionato dalla grave crisi in corso dall’ottobre del 2023: il movimento dell’ESS si ritrova a fronteggiare un contesto di piena emergenza, con conseguenti sforzi nel proporre e sperimentare nuove pratiche di agroecologia, economia circolare, commercio equo e programmi di cooperazione tra le diverse realtà nelle comunità palestinesi.

Lo studio fa luce sui contributi dell'ESS al PIL nazionale, all'occupazione dei gruppi sociali svantaggiati e all'inclusione sociale: partecipazione alle attività sociali, coinvolgimento nell'istruzione, salute e benessere, contrasto alla povertà e accesso ai servizi. La ricerca evidenzia le complessità e le difficoltà dei processi di sviluppo nei diversi governatorati palestinesi, soprattutto nelle aree adiacenti alle colonie illegali dello stato di Israele in territorio palestinese. La popolazione palestinese è costretta a identificare pratiche individuali e collettive, quanto più efficaci possibili, per resistere alla forte pressione a cui le comunità sono esposte. Grazie allo studio, inoltre, sono emersi altri spunti interessanti e in parte inattesi tra cui i diversi punti di vista delle realtà di ESS sui modi in cui si dovrà procedere alla ricostruzione del Paese tutto, dopo la devastazione, fisica, politica e sociale, causata dall’occupazione militare israeliano in corso.

È emerso inoltre il dinamismo dei giovani palestinesi, che sfidano le stesse norme politiche e socioeconomiche attraverso l’ESS, ponendo nuovi orizzonti alle gerarchie e alle istituzioni, sia in Cisgiordania che a Gaza. Questo studio, quindi, si aggiunge alla scarsa letteratura esistente, in quanto in Palestina manca una comprensione condivisa di definizioni, quadri e norme, e gli strumenti affinati di ricerca e indagine empirica sull’ESS. Tenendo conto di queste lacune di base, la ricerca contribuisce ad offrire suggerimenti alle organizzazioni e ai responsabili politici, per la strutturazione di una solida rete nazionale e il riconoscimento formale dell'ESS come strategia di lungo periodo, sul sentiero della crescita e dello sviluppo economico ed umano del tanto atteso ed auspicabile futuro stato palestinese.

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COSPE

COSPE è un'associazione di cooperazione internazionale, laica e senza fini di lucro. Dal 1983 il suo impegno è volto a favorire il dialogo tra persone e popoli per costruire un mondo di pace, accoglienza e giustizia sociale, con particolare attenzione alla parità di genere, alla sostenibilità ambientale e alla lotta contro ogni forma di discriminazione. Attualmente opera in 24 paesi, sostenendo attivamente le comunità locali e la società civile nel perseguimento dell'inclusione sociale, dei diritti umani e della democrazia.