«Prevalenza ancora alta di fattori di rischio ambientali che contribuiscono a causare cancro»
«Anche se la stima del numero di nuovi casi di cancro è di poco inferiore a quelle del 2022 e del 2023, non si può essere particolarmente ottimisti in un quadro più generale di prevalenza ancora alta di fattori di rischio comportamentali e ambientali, che contribuiscono significativamente a causare il cancro». A parlare è Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom). L’occasione è la presentazione a Roma del volume “I numeri del cancro in Italia 2024”, dal quale emerge che quest’anno, in Italia, sono stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore: 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne. Si tratta, viene sottolineato, di numeri sostanzialmente stabili rispetto al biennio precedente (erano 391.700 nel 2022 e 395.900 nel 2023). Una tendenza favorevole, a cui si accompagna un altro dato positivo. La mortalità per cancro nei giovani adulti 20-49enni, in 15 anni (2006-2021), è diminuita del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini. È significativa, in particolare, la riduzione dei decessi per carcinoma polmonare in entrambi i sessi: -46,4% nelle donne e -35,5% nei maschi. Un terzo elemento positivo, determinato soprattutto dai progressi nelle terapie, è costituito dal costante incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore: nel 2024 sono circa 3,7 milioni. E la metà dei cittadini che oggi si ammalano è destinata a guarire, perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro. Vi sono però aree su cui è necessario più impegno, a partire dai 3 programmi di screening. Nel 2023, rispetto agli anni precedenti, si registra una maggiore copertura della popolazione, che raggiunge il 49% per lo screening mammografico, il 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale. Ciononostante, restano ancora notevoli differenze territoriali, con le Regioni meridionali che fanno registrare livelli di adesione inferiori rispetto alle altre aree in tutti e tre i programmi di screening. Serve più attenzione anche agli stili di vita, viene sottolineato: il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023. E poi, come afferma appunto Perrone, «non si può essere particolarmente ottimisti in un quadro più generale di prevalenza ancora alta di fattori di rischio comportamentali e ambientali, che contribuiscono significativamente a causare il cancro. Si tratta di una materia in cui è necessario investire di più e a molteplici livelli». E se a livello di sistema-Paese paghiamo a caro prezzo le mancate bonifiche dei siti contaminati, e se alla luce dei livelli di inquinamento attuali le stime per il futuro diffuse dall’Associazione italiana contro le leucemie (Ail) non sono incoraggianti, a livello di comportamenti indivuali l’Aiom sta promuovendo diverse campagne, compresa una riguardante la lotta al tabagismo.
Stando al volume, redatto grazie al lavoro di Aiom, Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening (Ons), Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), Passi d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP), il tumore più frequentemente diagnosticato in Italia, nel 2024, è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito dal colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016).
Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 35.700 decessi per cancro del polmone, 24.200 per il colon-retto, 15.500 per la mammella, 14.900 per il pancreas e 9.900 per lo stomaco.
Dei quasi 10 milioni di morti oncologiche ogni anno in tutto il mondo, il 10,5% avviene in giovani adulti, cioè persone di età compresa tra 20 e 49 anni. In Europa, dove le popolazioni sono più vecchie, le morti per cancro in giovani adulti rappresentano il 4,3% di tutti i decessi oncologici registrati nel 2022. Il volume contiene un’analisi della mortalità dei 20-49enni in Italia dal 2006 al 2021, che ha evidenziato un netto calo generale dei decessi per neoplasia in entrambi i sessi.
«In 15 anni, sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini in questa fascia d’età rispetto al numero atteso basato sui tassi del 2006 – afferma Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom -. Assume particolare rilievo positivo, in entrambi i sessi, l’importante diminuzione nella mortalità per tumore del polmone, del 46,4% tra le donne e del 35,5% tra gli uomini under 50. Sono dati estremamente incoraggianti, se si considera che questa neoplasia rappresenta la prima causa di morte oncologica negli uomini giovani adulti e la seconda nelle donne dopo il tumore della mammella. Questa osservazione si aggiunge ai progressi ottenuti, grazie alle recenti innovazioni terapeutiche, nella sopravvivenza dopo la diagnosi di carcinoma polmonare. Peraltro, i dati relativi agli stili di vita degli italiani sottolineano la necessità di rafforzare gli sforzi per la prevenzione primaria in persone di tutte le età, attraverso la lotta al fumo di sigaretta, altrimenti si rischia nei prossimi anni un’inversione della tendenza. Dall’altro lato, va tenuto presente il campanello d’allarme che, in questa fascia d’età, suona per le neoplasie del colon-retto e dell’ovaio, dove la mortalità resta stabile da anni».
«Per stimare i numeri del cancro nel 2024 in Italia, sono stati raccolti i dati da 35 Registri Tumori che coprono una popolazione di oltre 44 milioni di persone, cioè l’80% dei cittadini – sottolinea Fabrizio Stracci, presidente Airtum -. Quest’anno, nel nostro Paese, le nuove diagnosi di tumori maligni non supereranno i 390.100 casi. Si tratta di una stima concordante con quanto riportato nel 2022 e 2023, sulla base delle proiezioni a livello europeo. Va evidenziato l’inizio di una potenziale inversione di tendenza nel numero assoluto di nuovi casi, cioè una diminuzione di circa il 5% rispetto all’ultima proiezione Airtum del 2020 e alle stime dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Un ruolo, seppure parziale, nel potenziale calo delle nuove diagnosi di cancro va anche attribuito alla riduzione di circa il 2,5% della popolazione italiana tra il 2017 e il 2024, da 60.484.000 abitanti a 58.990.000».
Dall’altro lato, i dati dei Registri Tumori indicano un costante aumento della prevalenza, cioè del numero di persone che vivono dopo la diagnosi, circa l’1,5% l’anno nell’ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini).