Mandati di arresto della Corte Penale Internazionale per Netanyahu e Gallant
Dopo aver esaminato la situazione nello Stato di Palestina, la Camera preliminare I della Corte penale internazionale (CPI) r ha emesso all'unanimità due decisioni che respingono i ricorsi dello Stato di Israele presentati ai sensi degli articoli 18 e 19 dello Statuto di Roma e ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e per l’ex ministro della difesa Yoav Gallant da poco licenziato dallo stesso Netanyahu.
Come risposta alla sentenza CPI, il ministro di estrema destra della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha chiesto «L'annessione di tutte le aree della Giudea e della Samaria (Cisgiordania). i mandati di cattura sono una vergogna senza precedenti, ma per nulla sorprendenti».
Dmitri Gendelman, consigliere politico del primo ministro israeliano, ha reagito rabbiosamente sui suoi social network: «La Corte penale internazionale ha deciso di ignorare le prove e le argomentazioni presentate da Israele, schierandosi di fatto con la guerra regionale lanciata dal regime iraniano contro Israele. La Corte penale internazionale ha scelto di sostenere una campagna di disinformazione totale con sfumature antisemite che cerca di isolare Israele dai suoi alleati e promuovere attacchi terroristici contro il nostro Paese».
Ma in realtà nella decisione della Camera CPI non c’è traccia di antisemitismo e si basa sui fatti e sul diritto internazionale.
La Camera CPI si è pronunciata su due richieste presentate da Israele il 26 settembre 2024. Nella prima richiesta, Israele ha contestato la giurisdizione della Corte sulla situazione nello Stato di Palestina in generale e sui cittadini israeliani più specificamente, sulla base dell'articolo 19(2) dello Statuto. Nella seconda richiesta, Israele ha chiesto alla Camera di ordinare alla Procura di fornire una nuova notifica dell'avvio di un'indagine alle sue autorità ai sensi dell'articolo 18(1) dello Statuto. Israele ha inoltre chiesto alla Camera di sospendere qualsiasi procedimento dinanzi alla Corte riguardanti la Palestina occupata, incluso l'esame delle richieste di mandato di arresto di Netanyahu e Yoav Gallant, presentate dalla Procura il 20 maggio 2024.
Quanto alla prima contestazione Israeliana, la Camera CPI ha osservato che «L'accettazione da parte di Israele della giurisdizione della Corte non è richiesta, poiché la Corte può esercitare la propria giurisdizione sulla base della giurisdizione territoriale della Palestina, come determinato dalla Camera preliminare I in una precedente composizione». Inoltre, la Camera ha ritenuto che «Ai sensi dell'articolo 19(1) dello Statuto, gli Stati non hanno il diritto di contestare la giurisdizione della Corte ai sensi dell'articolo 19(2) prima dell'emissione di un mandato di arresto. Pertanto la contestazione di Israele è prematura. Ciò non pregiudica eventuali future possibili contestazioni alla giurisdizione della Corte e/o all'ammissibilità di un caso particolare».
La Camera CPI ha inoltre respinto la richiesta di Israele ai sensi dell'articolo 18(1) dello Statuto ricordando che «La Procura ha notificato a Israele l'avvio di un'indagine nel 2021. A quel tempo, nonostante una richiesta di chiarimento da parte della Procura, Israele ha scelto di non perseguire alcuna richiesta di rinvio dell'indagine». Inoltre, la Camera ha ritenuto che «i parametri dell'indagine nella situazione fossero rimasti gli stessi e, di conseguenza, non fosse richiesta alcuna nuova notifica allo Stato di Israele». Alla luce di tuuto questo, i giudici hanno ritenuto che non vi fosse motivo di interrompere l'esame delle domande di mandato d'arresto.
E la Camera CPI ha quindi emesso mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant «Per crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi almeno dall'8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto».
I mandati di arresto sono classificati come "segreti", al fine di proteggere i testimoni e salvaguardare lo svolgimento delle indagini. Tuttavia, la Camera ha deciso di divulgarli perché «Una condotta simile a quella affrontata nel mandato di arresto sembra essere in corso». Inoltre, la Camera ritiene che «Sia nell'interesse delle vittime e delle loro famiglie che siano informate dell'esistenza dei mandati».
la Camera CPI ha ritenuto che la presunta condotta di Netanyahu e Gallant rientri nella giurisdizione della Corte e ha ricordato che, in una precedente udienza aveva già deciso che la giurisdizione della Corte si estendeva a Gaza e alla Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. Inoltre, la Camera ha rifiutato di utilizzare i suoi poteri discrezionali d'ufficio per determinare l'ammissibilità dei due casi in questa fase. Questo non pregiudica alcuna determinazione in merito alla giurisdizione e all'ammissibilità dei casi in una fase successiva.
Per quanto riguarda i crimini, «La Camera ha riscontrato fondati motivi per ritenere che il signor Netanyahu, nato il 21 ottobre 1949, Primo Ministro di Israele al momento della condotta in questione, e il signor Gallant, nato l'8 novembre 1958, Ministro della Difesa di Israele al momento della presunta condotta, siano entrambi penalmente responsabili dei seguenti crimini in quanto corresponsabili per aver commesso gli atti congiuntamente ad altri: il crimine di guerra della fame come metodo di guerra; i crimini contro l'umanità di omicidio, persecuzione e altri atti disumani. La Camera ha inoltre riscontrato fondati motivi per ritenere che il signor Netanyahu e il signor Gallant abbiano ciascuno la responsabilità penale in quanto superiori civili per il crimine di guerra di aver diretto intenzionalmente un attacco contro la popolazione civile».
La Camera CPI ha fondati motivi per ritenere che durante il periodo esaminato, si applicasse il diritto internazionale umanitario relativo al conflitto armato internazionale tra Israele e Palestina: «Questo perché sono due Alte Parti Contraenti delle Convenzioni di Ginevra del 1949 e perché Israele occupa almeno parti della Palestina». La Camera CPI ha anche accertato che il diritto relativo al conflitto armato non internazionale si applicava ai combattimenti tra Israele e Hamas e che la condotta criminosa di Netanyahu e Gallant «Riguardava le attività degli organi governativi israeliani e delle forze armate contro la popolazione civile in Palestina, più specificamente i civili di Gaza. Riguardava quindi la relazione tra due parti di un conflitto armato internazionale, nonché la relazione tra una potenza occupante e la popolazione nel territorio occupato. Per queste ragioni, per quanto riguarda i crimini di guerra, la Camera ha ritenuto opportuno emettere i mandati di arresto ai sensi del diritto del conflitto armato internazionale». La Camera ha anche accertato che «I presunti crimini contro l'umanità facevano parte di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza».
La Camera CPI ha ritenuto che «Vi siano fondati motivi per ritenere che entrambi gli individui abbiano intenzionalmente e consapevolmente privato la popolazione civile di Gaza di beni indispensabili alla loro sopravvivenza, tra cui cibo, acqua, medicine e forniture mediche, nonché carburante ed elettricità, almeno dall'8 ottobre 2023 al 20 maggio 2024. Questa conclusione si basa sul ruolo del signor Netanyahu e del signor Gallant nell'impedire gli aiuti umanitari in violazione del diritto internazionale umanitario e sulla loro incapacità di facilitare i soccorsi con tutti i mezzi a loro disposizione. La Camera ha ritenuto che la loro condotta abbia portato all'interruzione della capacità delle organizzazioni umanitarie di fornire cibo e altri beni essenziali alla popolazione bisognosa di Gaza. Le suddette restrizioni, insieme all'interruzione dell'elettricità e alla riduzione della fornitura di carburante, hanno avuto anche un grave impatto sulla disponibilità di acqua a Gaza e sulla capacità degli ospedali di fornire assistenza medica».
La Camera cpi ha anche osservato che «Le decisioni che consentono o aumentano l'assistenza umanitaria a Gaza sono spesso condizionate. Non sono state prese per adempiere agli obblighi di Israele ai sensi del diritto umanitario internazionale o per garantire che la popolazione civile di Gaza sarebbe stata adeguatamente rifornita di beni di prima necessità. In effetti, sono state una risposta alla pressione della comunità internazionale o alle richieste degli Stati Uniti d'America. In ogni caso, gli aumenti dell'assistenza umanitaria non sono stati sufficienti a migliorare l'accesso della popolazione ai beni essenziali».
Inoltre, la Camera cpi ha trovato fondati motivi per ritenere che «Non si potesse identificare alcuna chiara necessità militare o altra giustificazione ai sensi del diritto umanitario internazionale per le restrizioni imposte all'accesso per le operazioni di soccorso umanitario. Nonostante gli avvertimenti e gli appelli fatti, tra gli altri , dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dal Segretario generale delle Nazioni Unite, dagli Stati e dalle organizzazioni governative e della società civile sulla situazione umanitaria a Gaza, è stata autorizzata solo un'assistenza umanitaria minima». A questo proposito, la Camera CPI ha preso in considerazione il prolungato periodo di privazione e la dichiarazione di Netanyahu che collegava l'interruzione dei beni essenziali e degli aiuti umanitari agli obiettivi della guerra.
La Camera CPI ha pertanto ritenuto che «v siano fondati motivi per ritenere che il signor Netanyahu e il signor Gallant abbiano una responsabilità penale per il crimine di guerra della fame come metodo di guerra.
La Camera ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che la mancanza di cibo, acqua, elettricità e carburante, nonché di specifiche forniture mediche, abbia creato condizioni di vita tali da provocare la distruzione di parte della popolazione civile di Gaza, con conseguente morte di civili, compresi bambini, a causa di malnutrizione e disidratazione. Sulla base del materiale presentato dall'accusa che copre il periodo fino al 20 maggio 2024, la Camera non ha potuto stabilire che tutti gli elementi del crimine contro l'umanità di sterminio fossero soddisfatti. Tuttavia, la Camera ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che il crimine contro l'umanità di omicidio sia stato commesso in relazione a queste vittime. Inoltre, limitando o impedendo intenzionalmente l'ingresso di forniture mediche e medicinali a Gaza, in particolare anestetici e macchine per l'anestesia, i due individui sono anche responsabili di aver inflitto grandi sofferenze tramite atti disumani a persone bisognose di cure. I dottori sono stati costretti a operare persone ferite e a eseguire amputazioni, anche su bambini, senza anestesia e/o sono stati costretti a usare mezzi inadeguati e non sicuri per sedare i pazienti, causando a queste persone estremo dolore e sofferenza. Ciò equivale al crimine contro l'umanità di altri atti disumani».
La Camera CPI ha inoltre riscontrato fondati motivi per ritenere che «la condotta sopra menzionata abbia privato una parte significativa della popolazione civile di Gaza dei propri diritti fondamentali, compresi i diritti alla vita e alla salute, e che la popolazione sia stata presa di mira sulla base di motivi politici e/o nazionali. Ha pertanto ritenuto che sia stato commesso il crimine di persecuzione contro l'umanità».
Infine, la Camera ha valutato che «VI sono fondati motivi per ritenere che il signor Netanyahu e il signor Gallant abbiano una responsabilità penale in quanto superiori civili per il crimine di guerra di aver diretto intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile di Gaza. A questo proposito, la Camera ha rilevato che il materiale fornito dall'accusa le ha consentito di formulare conclusioni solo su due incidenti che si qualificavano come attacchi diretti intenzionalmente contro civili. Vi sono fondati motivi per ritenere che il signor Netanyahu e il signor Gallant, nonostante avessero a disposizione misure per prevenire o reprimere la commissione di crimini o garantire la presentazione della questione alle autorità competenti, non lo abbiano fatto».
The Times of Israel spiega che «Ora, sia Netanyahu che Gallant potrebbero essere arrestati se si recano in uno degli oltre 120 Paesi che fanno parte della CPI. La decisione probabilmente li isolerà ulteriormente e complicherà gli sforzi per negoziare un cessate il fuoco per porre fine al conflitto. Ma le sue implicazioni pratiche potrebbero essere limitate, dal momento che Israele e il suo principale alleato, gli Stati Uniti, non sono membri della Corte e diversi funzionari di Hamas sono successivamente morti nel conflitto».