Skip to main content

Gli israeliani hanno bombardato un impianto nucleare “segreto” iraniano

Teheran avverte la troika europea e statunitensi e Israeliani: non rinunceremo al nostro programma nucleare
 |  Approfondimenti

Secondo il sito di notizie online Axios, che cita fonti vicine ai governi israeliani e statunitensi, l’attacco sferrato a fine ottobre dalle Israel defense forces (Idf) al complesso militare iraniano di Parchin «Renderà molto più difficile per l'Iran sviluppare un ordigno nucleare esplosivo se decidesse di farlo».
Axios evidenzia che «La sofisticata attrezzatura che è stata distrutta è necessaria per progettare e testare gli esplosivi plastici che circondano l'uranio in un dispositivo nucleare e sono necessari per farlo esplodere». L’impianto di di Parchin risale a prima che l'Iran mettesse fine al suo programma nucleare militare nel 2003. Ma Israele ed Usa accusano l'Iran di aver ripreso la ricerca nucleare nel corso dell'ultimo anno, anche se ammettono che Teheran non ha preso provvedimenti per costruire un'arma nucleare vera e propria. Ora Israele afferma che se l'Iran decidesse di dotarsi di un'arma nucleare, dovrà sostituire l'equipaggiamento distrutto e che se cercasse di procurarselo i servizi segreti israeliani lo rintraccerebbero subito: «Questa attrezzatura è un collo di bottiglia. Senza di essa gli iraniani sono bloccati».
secondo l'Institute for Science and International Security «L’impianto Taleghan 2 nel complesso militare di Parchin, distrutto nell'attacco, era stato utilizzato prima del 2003 per testare gli esplosivi necessari all'attivazione di un ordigno nucleare» e le fonti del governo israeliano sentite da Axios confermano che «L'apparecchiatura è stata sviluppata nell'ambito del programma nucleare militare iraniano, ora concluso, ed è rimasta immagazzinata in un deposito per almeno due decenni» ma ammettono che «L'Iran ha ripreso nel corso dell'ultimo anno la ricerca che potrebbe essere utilizzata per lo sviluppo di armi nucleari, ma potrebbe anche essere giustificata come ricerca a fini civili».
Un Funzionario statunitense aggiunge: «Hanno condotto un'attività scientifica che potrebbe gettare le basi per la produzione di un'arma nucleare. Era una cosa top secret. Una piccola parte del governo iraniano ne era a conoscenza, ma la maggior parte del governo iraniano no. Le attrezzature presenti presso la struttura Taleghan 2 non sono state utilizzate in quella ricerca, ma avrebbero potuto rivelarsi essenziali nelle fasi successive, se l'Iran avesse deciso di orientarsi verso la bomba nucleare».
Insomma, come confermano anche le fonti israeliane, l’attacco sarebbe stato “preventivo” e contro attrezzature di cui dispone qualunque Paese nucleare – Israele ed Usa compresi – ma «Si tratta di un'attrezzatura di cui gli iraniani avrebbero bisogno in futuro se volessero fare progressi verso una bomba nucleare. Ora non ce l'hanno più e non è una cosa da poco. Dovranno trovare un'altra soluzione e la vedremo».
Un teorema che è servito a inserire Taleghan 2 tra gli obiettivi principali della rappresaglia di Isreale al massiccio attacco missilistico dell'Iran del primo ottobre, anche se il presidente Usa Joe Biden aveva chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di non attaccare gli impianti nucleari iraniani per non scatenare una guerra con l'Iran. Ma Taleghan 2 non faceva parte del programma nucleare dichiarato dall'Iran, quindi gli iraniani non avrebbero potuto riconoscere la portata dell'attacco senza ammettere di aver violato il trattato di non proliferazione nucleare, cosa che Israele fa continuamente ogni giorno senza subire nessua sanzione dalla comunità internazionale.
Un funzionario Usa ha detto a Axios: «L'attacco è stato un messaggio non troppo sottile che gli israeliani hanno una conoscenza approfondita del sistema iraniano, anche quando si tratta di cose che erano tenute top secret e note a un gruppo molto ristretto di persone nel governo iraniano».
Intanto, il capo dell’Internationa atomic energy agency, Rafael Grossi. È volato a Teheran per risolvere le divergenze prima del nuovo summit Iaea e l’agenzia stampa iraniana Pars Today rivela che «Il capo dell'Organizzazione per l'energia atomica della Repubblica islamica ha messo in guardia la troika europea dall'intraprendere qualsiasi azione politica contro l'Iran nel Consiglio dei governatori e ha detto: “L'emanazione di una risoluzione contro l'Iran dà naturalmente a Teheran il diritto di prendere contromisure immediate”».
I governi di Germania, Francia e Inghilterra vorrebbero far votare una risoluzione contro l'Iran durante la riunione del Consiglio dei governatori dell'Iea. Secondo quanto riportato da Pars Today, «I funzionari iraniani hanno annunciato la loro disponibilità a collaborare pienamente con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica nel quadro del "NPT" e delle relative misure di salvaguardia, pur opponendosi fermamente a qualsiasi pressione politica».
Incontrando Grossi, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha ribadito che «Ciò che la Repubblica Islamica dell'Iran sta seguendo nell'ambito della tecnologia nucleare è esattamente in linea con il quadro normativo e le autorizzazioni legali dell' Internationa atomic energy agency. Poiché abbiamo ripetutamente dimostrato la nostra buona volontà, siamo pronti a cooperare e convergere con questa organizzazione internazionale per risolvere le presunte ambiguità e dubbi sulle attività nucleari pacifiche dell'Iran. Annunciamo, anche se oggi il mondo è arrivato a credere che l'Iran islamico stia cercando la pace e la sicurezza nel mondo».
Pezeshkian ha ricordato che l’accordo Batjam (JCPOA - Joint Comprehensive Plan of Action) è stato violato dagli Usa e dei Paesi europei, affermando: "Come confermato da diversi rapporti dell'Iaea, abbiamo adempiuto a tutti i nostri obblighi previsti da questo accordo, ma sono stati gli Stati Uniti a ritirarsi unilateralmente dal JCPOA, rendendo impossibile proseguire su questa strada».
E an che Grossi non sembra credere più di tanto alle giustificazioni di Israele ed Usa per attaccare gli impianti nucleari iraiani o alle accuse della troika europea e a Teheran avrebbe «Elogiato l'approccio pacifico e la visione volta alla riconciliazione del governo di Pezeshkian nonché la cooperazione dei funzionari dell'Organizzazione per l'energia atomica e del Ministero degli Affari Esteri con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica», scrive Pars Today riportando fonti ufficiali.
Grossi ha detto a Pezeshkian: «Crediamo fermamente che la sua presidenza segnerà un nuovo capitolo di relazioni buone e positive tra l'Iran e l'Agenzia». Poi su X ha scritto che «Il mio incontro con Masoud Pezeshkian, il presidente dell'Iran, è stato una parte importante del mio viaggio e un'opportunità per parlare con il nuovo governo iraniano per ascoltare le sue opinioni e spiegare il mio approccio e i miei sforzi verso una delle questioni internazionali più impegnative».
Gli iraniani rispondono alle accuse europee, statunitensi e israeliane, evidenziando che «La verità è che alcune affermazioni riguardanti le attività nucleari pacifiche dell'Iran risalgono a casi risolti durante i negoziati che portarono all'Accordo nucleare BARJAM (JCPOA), ma dopo il ritiro degli Stati Uniti dal BARJAM e la pressione dei sionisti sull’Iaea, si sono rivelate ancora una volta le stesse questioni per esercitare pressione sulla Repubblica Islamica dell’Iran quando sono state sollevate nuovamente questioni controverse. Nonostante le questioni politiche prevalgano sul ruolo tecnico e di supervisione dell’Iaea, la Repubblica Islamica dell’Iran ha comunque fatto del suo meglio per cooperare con l’agenzia per porre fine alle controversie che erano già state risolte, ma le parti occidentali hanno comunque cercato di interrompere nel processo di cooperazione dell'Iran con l'Iaea è stato uno strumento di pressione sulla Repubblica Islamica dell'Iran».
Il ministro degli esteri iraniano, Seyyed Abbas Araghchi, ha detto a Grossi che «Non esiste altra soluzione ragionevole se non la via dei negoziati per risolvere questi problemi. La via del confronto è stata tentata in precedenza, possono provarla in futuro. Hanno avuto le risoluzioni prima, possono averle ora. Non solo le risoluzioni non hanno aiutato a risolvere il problema, ma hanno reso il problema più complicato e ancora più preoccupante per i responsabili di queste risoluzioni. La via del confronto non è una via utile per nessuna delle parti. Siamo pronti a collaborare in questo campo e speriamo che le altre partiti adottino una politica saggia.
E Mohammed Eslami, capo dell'Organizzazione per l'energia atomica dell’Iran, ha avvertito durante una conferenza stampa congiunta con Grossi che »qualsiasi risoluzione sugli affari nucleari iraniani incontrerà una risposta immediata da parte dell'Iran. Hanno sperimentato più volte che l’Iran non si farà influenzare dalle pressioni e porterà avanti il suo programma nel quadro dei suoi interessi nazionali».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.