Extraprofitti di guerra: per le imprese belliche italiane utile aumentato del 45% in due anni
Secondo il nuovo studio “Profitti di guerra – Analisi degli utili delle imprese militari in Italia” pubblicato da Greenpeace, «La guerra in Ucraina e l’escalation in Medio Oriente stanno facendo esplodere i profitti dell’industria bellica. In soli due anni i profitti delle prime 10 imprese esportatrici di armamenti dall’Italia si sono moltiplicati, sia in termini di utile netto, con un aumento del 45% (pari a 326 milioni di euro), sia in termini di flusso di cassa disponibile, con un balzo del 175% (pari a 428 milioni di euro). Il rapporto “Profitti di guerra”, realizzato dall’organizzazione ambientalista, ha confrontato i bilanci 2023 delle prime dieci aziende italiane esportatrici di armi con i dati del 2021. Anche l’analisi del fatturato ha evidenziato un chiaro trend di crescita del mercato bellico italiano, con un aumento dei ricavi di 2,1 miliardi di euro (il 13% in più)».
Il report dell’organizzazione ambientalista evidenzia che «Buona parte degli extraprofitti generati sono stati incassati dal gruppo Leonardo, il cui maggior azionista è il ministero dell’economia che possiede il 30% delle azioni. Analizzando il trend degli ordini è evidente il continuo e progressivo aumento: dalla fine del 2021 al primo semestre del 2024 gli ordinativi di Leonardo (ex Finmeccanica) sono cresciuti del 22%, raggiungendo un totale di 43,35 miliardi di euro. Un record per l’azienda a partecipazione pubblica diretta dall’ex ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani».
Sofia Basso, research campaigner pace e disarmo di Greenpeace Italia, fa notare che «L’economia di guerra seguita al conflitto ucraino sta portando profitti record nelle casse di Leonardo e delle altre aziende militari, che si trovano a beneficiare delle stragi di civili», dice. «Chiediamo che si fermi questa corsa al riarmo, che può causare solo altre vittime innocenti, e che si tassino gli extraprofitti dell’industria bellica, investendo l’extra gettito nelle vere priorità del Paese: la sanità, la transizione ecologica e la giustizia sociale».
Greenpeace chiede una tassazione al 100% degli extraprofitti dell’industria militare e conclude: «Anche limitandosi al solo 2023 e alle prime dieci aziende esportatrici di armi, in termini di utile netto, si potrebbe ottenere un gettito aggiuntivo per le casse dello Stato di 326 milioni di euro, mentre se si tassasse l’aumento di liquidità disponibile si potrebbe arrivare a un gettito aggiuntivo di 428 milioni di euro: circa un milione di euro al giorno per migliorare la vita delle persone, invece che per distruggerla».