Il fallimento della deterrenza nucleare
Oggi inizia la settimana internazionale di mobilitazione (16-22 settembre) contro le bombe atomiche promossa dall’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), ma il recente rapporto “Surge: 2023 Global nuclear weapons spending” di ICAN ha dimostrato che solo l'anno scorso i 9 Stati dotati di armi nucleari (Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, Israele e Corea del nord) hanno speso oltre 91 miliardi di dollari per sviluppare testate, missili, sottomarini e bombardieri più sofisticati, e che da soli gli Stati Uniti che hanno speso più di tutti gli altri Paesi messi insieme.
Mentre i Paesi occidentali accusano l’Iran di fornire missili e droni alla Russia in cambio di tecnologia per realizzare la bomba atomica – e Teheran smentisce l’una e l’altra cosa - l’ICAN avverte che «Il rischio che venga utilizzata un'arma nucleare ha raggiunto livelli mai visti dalla Guerra Fredda» e l'Onu ha ripetutamente lanciato l'allarme per l'attuale corsa agli armamenti nucleari.
Come ricorda la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, «Le armi nucleari sono le armi più disumane e indiscriminate mai create. Violano il diritto internazionale, causano gravi danni ambientali, minano la sicurezza nazionale e globale e sottraggono ingenti risorse pubbliche alla soddisfazione dei bisogni umani più elementari. Devono essere eliminate immediatamente. Una sola bomba nucleare fatta esplodere su una grande città può uccidere milioni di persone. L'uso di decine o centinaia di bombe nucleari distruggerebbe la vita sulla terra».
Il rapporto ICAN evidenzia che un elemento sorprendente nelle comunicazioni di tutti gli stati dotati di armi nucleari è che non siano loro i responsabili della modernizzazione e dell'espansione dei loro arsenali e delle loro decisioni ormai pluridecennali di effettuare enormi investimenti per farlo. Gli Usa affermano di dover affrontare la minaccia di un crescente arsenale nucleare di Cina. Russia e Corea del Nord, e con questo giustificano il colossale programma di modernizzazione nucleare stimato in 2 trilioni di dollari che stanno intraprendendo. Politici, think tanker e giornalisti statunitensi di destra stanno persino criticando il loro governo per non aver speso abbastanza.
Gli esperti discutono sul perché la Cina stia aumentando le dimensioni del suo arsenale nucleare e molti di loro concordano che un fattore chiave sia la preoccupazione che le armi nucleari statunitensi più moderne rendano la Cina molto più vulnerabile a un primo attacco. Mentre aumentava il numero di testate in suo possesso, la Cina ha chiesto agli Usa di ridurre le dimensioni del loro arsenale - che attualmente è di 5.244 testate nucleari rispetto alle 500 stimate dalla Cina . e Pechino ha chiesto a Washington e agli governi degli Stati dotati di armi nucleari di firmare un trattato di non primo utilizzo, cercando di presentarsi come una potenza responsabile.
Gli Usa non hanno accolto la proposta cinese e hanno risposto chiedendo a Pechino di discutere del controllo bilaterale degli armamenti, insistendo sul fatto che questo è il modo responsabile di condurre gli affari nucleari. Nel frattempo, la Russia, che ha fatto minacce ipotizzato, anche esplicitamente, di poter usare armi nucleari nella guerra in Ucraina, accusa gli Usa di rinnegare gli accordi sul controllo degli armamenti e di peggiorare le tensioni nucleari fornendo armi sofisticate all’Ucraina per attaccare il territorio russo e minacciando gli alleati della Russia che forniscono armi e droni a Mosca.
Durante le ultime elezioni indiane del 2024, il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito della destra induista che si è riconfermato faticosamente al potere, ha usato le armi nucleari come argomento per attaccare i Partiti di opposizione, accusandoli di essere a favore del disarmo nucleare, rendendo così l’India oncapace di difendersi dalla minaccia nucleare pakistana e cinese. Questo non toglie che l’India di Modi non sia alleata con la Russia di Putin che ha buonissimi rapporto con la Cina rivale dell’India e alleata del Pakistan, che è però anche fedele agli Usa.
E proprio il Pakistan ha sviluppato armi nucleari per paura della maggiore potenza militare convenzionale dell'India e della sua forza nucleare e anche Islamabad come New Dehli sostiene di aver bisogno di armi nucleari per una deterrenza minima credibile contro i nemici indiani alleati di Mosca ma in buoni rapporti anche con Washington.
E il regime nazional-stalinista nordcoreano utilizza il suo arsenale nucleare come assicurazione sulla vita per scoraggiare un attacco statunitense e sudcoreano, mentre Washington e Seoul stanno ulteriormente consolidando il loro coordinamento in nome di quella che chiamano "deterrenza estesa" contro l'aggressione da parte di Pyongyang. Il tutto in una penisola coreana divisa in due e dove le armi nucleari pullulano pericolosamente si a nord che a sud (nelle basi statunitensi) ai confini con Cina e Russia.
La direttrice dell’ICAN Melissa Park riassume così quella che sembrerebbe una stranezza geopolitica e che invece rischia di distruggere il pianeta in un olocausto nucleare: «L'attuale farsa a cui stiamo assistendo degli Stati dotati di armi nucleari, che ogni giorno ci minacciano tacitamente attraverso le loro dottrine di deterrenza, cercando di convincere il resto del mondo che sono loro i responsabili, è una sciocchezza ingannevole. L'unico approccio responsabile alle armi nucleari è eliminarle. Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari fornisce il percorso, secondo il diritto internazionale, per raggiungere questo obiettivo. Se gli stati dotati di armi nucleari e i loro alleati vogliono convincerci che sono responsabili, abbandoneranno la loro opposizione al TPNW e si uniranno alla spinta globale per abolire queste armi di distruzione di massa illegali e disumane».
Eppure la deterrenza onnipresente: «Parlando delle loro armi nucleari, tutti e 9 gli Stati dotati di armi nucleari - e gran parte dei loro media, controllati o meno dallo Stato - affermano di possedere queste armi di distruzione di massa indiscriminate a scopo di deterrenza – fa notare l’ICAN - La deterrenza si basa sulla minaccia e sulla volontà di utilizzare armi nucleari, qualcosa che è intrinsecamente irresponsabile e inaccettabile per la maggior parte dei Paesi che rifiutano le armi nucleari. Molti esperti nucleari indipendenti e decisori politici di Paesi che non possiedono armi nucleari o ne sostengono l'uso concordano sul fatto che non esista uno Stato responsabile dotato di armi nucleari».
E la deterrenza è la scusa maggiore per dotare di armi nucleari le basi statunitensi in Paesi come l’Italia, dove ogni tanto la cosa emerge carsicamente, per poi scomparire proprio quando il nostro Paese diventa un possibile bersaglio del primo utilizzo di un attacco nucleare per la vicinanza – e il coinvolgimento - a due fronti di guerra dove sono presenti armi nucleari: Russia – Ucraina e Israele – Palestina.
Come ha detto l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, «Non esistono mani giuste per armi sbagliate».