Skip to main content

Caritas: in Italia cresce il numero di persone in povertà cronica e a più dimensioni

Chiedono aiuto alle Caritas diocesane sempre più lavoratori poveri. Diminuiscono gli stranieri e aumentano le famiglie
 |  Approfondimenti

L’abolizione della povertà in Italia era stata promessa da un balcone da un ormai dimenticato ex capo politico e ministro del Movimento 5 Stelle e ora, un giorno sì e un giorno no, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i suoi ministri annunciano un miracolo economico italiano in corso e che la povertà sta diminuendo proprio grazie all’abolizione di quel reddito di cittadinanza, sbandierato come una panacea dal balcone da uno degli odiati governi precedenti. Ma a leggere il “Report statistico 2024 sula povertà in Italia” presentato oggi da Caritas Italiana  la povertà non solo c’è ancora, ma è in aumento.  Infatti, «Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane».

E  Caritas Italiana evidenzia che «Quelli presentati oggi non sono solo “numeri”, sono soprattutto 269.689 “volti” di poveri, che a loro volta rappresentano altrettante famiglie, dato che la presa in carico risponde sempre alle esigenze dell’interno il nucleo familiare».

Il Report statistico nazionale 2024 si basa sulle informazioni provenienti da 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane e si tratta solo di quelli già in rete con la raccolta dati, ma i servizi e le opere prestati da Caritas sui territori sono in realtà molti di più. Quel che emerge dal rapporto non ha niente a che fare con la propaganda politica governativa: è una fotografia drammatica che chiama all’impegno di tutti.

Presentando il documento, il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha sottolineato che «Questo secondo Report statistico si colloca in un tempo particolare, segnato da vicende che toccano le nostre comunità. Da un lato le crisi internazionali che condizionano pesantemente i rapporti tra i Paesi e lo sviluppo di percorsi di pace, dall’altro l’incessante aumento della povertà e la forte incidenza di situazioni di rischio e vulnerabilità. Di fronte a questi scenari la Chiesa continua a sognare e ad affermare un umanesimo autentico, secondo cui ogni essere umano possa realizzarsi pienamente, vivendo in un mondo più giusto e dignitoso»,.

Dal Report risulta che «Nel 2023 cala la quota dei nuovi poveri ascoltati, che passa dal 45,3% al 41,0%. Crescono invece le persone con povertà “intermittenti” e croniche, riguardanti in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti accompagnata da una Caritas diocesana da 5 anni e più. Sembra quindi mantenersi uno zoccolo duro di povertà che si trascina di anno in anno senza particolari scossoni e che è dovuto a più fattori; il 55,4% dei beneficiari nel 2023 ha manifestato contemporaneamente due o più ambiti di bisogno».

Ma chi si rivolge alla Caritas? Il 51,5%)< sono donne e il 48,5% uomini, con un’età media sui 47,2 anni (46 nel 2022). Cala al 57% (era al 59,6%) l’incidenza delle persone straniere e aumenta (a proposito delle politiche per le famiglie) l’incidenza delle persone con figli: il 66,2% di chi chiede aiuto dichiara di essere genitore.

Secondo i dati dei Centri di ascolto Caritas consultati, «Oltre i due terzi delle persone in povertà, hanno livelli di istruzione bassi o molto bassi (67,3%), condizione che si unisce a una cronica fragilità occupazionale, in termini di disoccupazione (48,1%) e di “lavoro povero” (23%). Non è dunque solo la mancanza di un lavoro che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro è un lavoratore povero. Inoltre la percentuale dei percettori del Reddito di Cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà sostituita oggi dall’Assegno di Inclusione, si attesta al 15,9%, dato in calo rispetto al 2022 e soprattutto al 2021: allora i beneficiari corrispondevano rispettivamente al 19,0% e al 22,3%».

La  rete Caritas ha erogato complessivamente oltre 3,5 milioni di interventi, una media di 13 interventi per ciascuna persona assistita (considerate anche le prestazioni di ascolto). In particolare: il 73,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (distribuzione di viveri, accesso alle mense/empori, docce, ecc.); l’8,9% gli interventi di accoglienza, a lungo o breve termine; il 7,3% le attività di ascolto, semplice o con discernimento; il 5,2% il sostegno socio-assistenziale; l’1,7% interventi sanitari.

Il Report contiene anche tre focus tematici che analizzano nello specifico la povertà delle famiglie con bambini, indagine condotta in collaborazione con Save the Children, la condizione delle persone senza dimora e di quelle in solitudine, in particolare gli anziani.

Il presidente di Caritas Italiana, monsignor  Carlo Roberto Maria Redaelli, conclude: «E’ compito statutario di Caritas Italiana realizzare studi e ricerche sui bisogni delle persone, per aiutare a scoprirne le cause, per preparare piani di intervento, soprattutto in un’ottica di prevenzione. Questo è l’intento del Report che presentiamo. Una raccolta di dati che è stata realizzata grazie all’impegno degli operatori e dei volontari dei nostri Centri di ascolto e con la collaborazione delle persone in stato di bisogno che ci hanno consegnato la loro situazione. Studi e ricerche sono da condurre in collaborazione con altri e nel quadro di una programmazione pastorale unitaria, per animare le nostre comunità e per stimolare l’azione delle istituzioni civili a un’adeguata legislazione. La Caritas tiene molto, accanto ai bisogni, a evidenziare le risorse. Questo Report va letto insieme alle nostre ultime pubblicazioni che raccontano la ricchezza del volontariato, in particolare quello dei giovani».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.