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Legambiente fermamente contraria alla realizzazione

Campo da golf, a Capalbio non s'ha da fare

Un centro da 9 buche consuma fino a 1000 metri cubi al giorno d'acqua, l'85% dei consumi dell’intero Comune
 |  Acqua

Un ultimo “caso-scuola” si sta verificando a Capalbio dove si prevede di realizzare un agrialbergo di 22 ettari e un campo da golf, in uno dei contesti paesaggistici e territoriali meno antropizzati dell’intero territorio comunale: quello del Lago Acquato. Tutto questo, mentre la giunta regionale ha approvato un testo di riforma della Legge n°1 che parla, tra l’altro, di volumi zero e di particolare tutela delle aree rurali, sul territorio si continua a procedere con urbanizzazioni o insediamenti impattanti, secondo logiche di sviluppo che nulla hanno a che vedere con il rispetto del patrimonio paesaggistico e con la disponibilità di risorse primarie.

«Il progetto proposto per la costruzione dell'agrialbergo di enormi dimensioni –  ha spiegato Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – risulta un intervento urbanistico impattante e invasivo, totalmente estraneo al contesto paesaggistico, territoriale del luogo, come evidenziato dalle osservazioni presentate dalla rete dei Comitati per la difesa del territorio con le quali concordiamo anche come Legambiente. Non a caso nell'area in questione insistono numerosi vincoli per tutelare un ecosistema molto delicato e particolarmente sensibile. Gli interventi previsti sul lago Acquato non vanno certo nella direzione del recupero naturalistico dell'area umida, come invece dovrebbero. Inoltre- ha aggiunto Gentili- il green del centro golf che si vorrebbe costruire richiederebbe moltissima acqua per il mantenimento, con tutte le conseguenze negative per quanto riguarda la falda freatica sottostante. Un centro golf da 9 buche consuma infatti tra gli 800 e i 1000 metri cubi al giorno d'acqua: quasi l'85 per cento dei consumi idrici di Capalbio: una scelta del tutto insensata soprattutto in questo momento in cui la risorsa idrica è sempre più scarsa e preziosa».

Per ora non si intravedono margini per una marcia indietro rispetto a questo intervento. Secondo Legambiente, occorre avere il massimo rispetto per l'ambiente lacustre e qualsiasi progetto realizzato all'interno di questa area deve partire da un'attenta e scrupolosa verifica degli aspetti ambientali, naturalistici e legati all'evoluzione dell'area umida. «Queste fondamentali esigenze sembrano scontrarsi con le previsioni contenute negli elaborati presentati: il recupero del Lago è sostanzialmente un'operazione d'inserimento dello stesso nel circuito sportivo. Per questo appare difficile far coincidere queste ultime finalità con quelle di un recupero naturalistico».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.