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Bombe d'acqua, come mitigarne gli effetti? La sfida più difficile per il reticolo idraulico minore

 |  Acqua

Si alza la pressione atmosferica sulla Toscana ma permangono possibilità di piogge che in realtà possono trasformarsi in veri rovesci d’acqua e grandine associati a vento, come è accaduto ieri in quasi tutto il Chianti fiorentino. «Ieri in poco meno di due ore grandine e pioggia battente hanno scatenato l’inferno su quasi tutto il Chianti- hanno spiegato dal Consorzio di bonifica della Toscana centrale- la situazione più preoccupante a Sambuca Val di Pesa, nel comune di Tavarnelle, dove non sono mancati disagi dovuti alle difficoltà di scolo delle acque superficiali».

Alla Sambuca in 2 ore sono piovuti 60 mm, a Bagno a Ripoli 40 mm a Lamole 30 mm,  sono i dati a disposizione del Consorzio che dimostrano che le cosiddette “bombe d’acqua” si sono riversate anche sulla valle del torrente Ema e del fiume Greve. Dopo le piogge anche i corsi d’acqua principali hanno visto innalzarsi rapidamente i propri livelli idrometrici, per poi ridiscendere lentamente e tornare ai livelli precedenti o di poco superiori. La Pesa a Turbone, tra le 17 e le 20, è passata da 1.10 m a 2.40 m per poi attestarsi nuovamente a 1.3 m; tra le 16 e le 17 l’idrometro sull’Ema a Strada in Chianti ha fatto un gran balzo come la Greve a Scandicci che intorno alle 18 si è alzata improvvisamente di quasi un metro, mentre l’Elsa ha registrato il passaggio dell’onda di piena più tardi, tra la mezzanotte e le 2.

«Le opere idrauliche hanno retto e i corsi d’acqua principali hanno ben ricevuto: il più preoccupante il torrente Terzona, che si è ingrossato rapidamente ma che allargandosi naturalmente sulle sponde è riuscito comunque a smaltire la massa d’acqua proveniente dai monti del Chianti. Non è stato sovrastato nemmeno il guado di Ponte a Ema, dove grazie all’intervento della protezione civile locale sono stati spostati un tronco e qualche ramo, che provvederemo a  rimuovere definitivamente», hanno informato dal Consorzio.

Le piogge intense e localizzate sono sempre più frequenti anche a causa dei cambiamenti climatici, sono difficili da prevedere e le attività di pianificazione per la riduzione di pericolosità e rischio idraulico almeno fino ad oggi non le hanno prese in seria considerazione. Di fatto, invece, il contrasto e la mitigazione di questi fenomeni dovrebbe avvenire attraverso la cura diffusa del territorio al fine di aumentarne la “resilienza”, attraverso interventi che sono utili anche per fornire opportunità di lavoro.

Redazione Greenreport

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