
Lo scioglimento dei ghiacciai farà peggiorare le crisi globali

«Indipendentemente da dove viviamo, dipendiamo tutti in qualche modo dalle montagne e dai ghiacciai, che però sono in pericolo», afferma Audrey Azoulay. Il direttore generale di Unesco illustra i contenuti del rapporto annuale delle Nazioni Unite sullo Sviluppo idrico mondiale, pubblicato dall’Organizzazoine per conto di Un-Water, che rivela la misura in cui il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e le attività non sostenibili stanno trasformando rapidamente gli ambienti montani con un ritmo senza precedenti: «Questo rapporto dimostra l’urgente necessità di agire e di individuare le soluzioni più efficaci che richiedono un approccio multilaterale», spiega.
Le montagne forniscono fino al 60% dei flussi annuali di acqua dolce del mondo. Oltre un miliardo di persone vive in regioni montuose e più di due miliardi di persone dipendono direttamente dall'acqua proveniente dalle montagne per l'acqua potabile, i servizi igienici e i mezzi di sussistenza. Le regioni montane sono fondamentali per settori come la pastorizia, la silvicoltura, il turismo e la produzione di energia. Nei paesi andini l'85% dell'energia idroelettrica è generata da aree montane. Le montagne forniscono anche prodotti di alto valore, come piante medicinali, legname e altri prodotti forestali, bestiame di montagna unico e prodotti agricoli speciali.
Tuttavia, il rapporto Onu indica che i ghiacciai di tutto il mondo si stanno sciogliendo a ritmi senza precedenti e che le acque di montagna sono spesso le prime ad essere esposte alle gravi conseguenze del fenomeno, con conseguenze su sconvolgimenti climatici e biodiversità. Oggi la situazione è critica, sottolinea l’analisi delle Nazioni unite, considerando che fino alla metà delle popolazioni rurali di montagna nei Paesi in via di sviluppo soffre di insicurezza alimentare, con donne e bambini come soggetti più a rischio. Più in generale, il Rapporto rivela che il ritiro dei ghiacciai e la diminuzione delle precipitazioni nevose in montagna avranno un impatto sui due terzi di tutta l'agricoltura irrigua del mondo e dunque implicazioni di vasta portata per la stragrande maggioranza della popolazione.
I cambiamenti registrati nelle precipitazioni stanno anche aumentando il rischio di disastri naturali come siccità e inondazioni di laghi glaciali. Il fiume Colorado in Nord America, che serve circa 40 milioni di persone, riceve la maggior parte dell'acqua dalle nevicate sulle Montagne Rocciose. Il bacino del fiume è in siccità dal 2000. La situazione potrebbe aggravarsi a causa delle temperature più calde, che fanno cadere più precipitazioni sotto forma di pioggia, che si esaurisce più rapidamente della neve di montagna. Lo sconvolgimento climatico si fa sentire fortemente anche nelle regioni montane dove non si registrano ghiacciai o scioglimenti di neve, dove i flussi d'acqua provengono invece dalle precipitazioni. Nelle regioni tropicali, come il Madagascar, i cambiamenti delle acque montane hanno un impatto sull'irrigazione della produzione di cacao, riso e frutta, alcune delle più importanti esportazioni agricole dell'isola.
Nonostante il loro ruolo essenziale, il Rapporto Onu evidenzia come le regioni montane siano state largamente assenti dalle agende globali. Le politiche nazionali per l'acqua, l'agricoltura, l'industria e l'energia tendono a privilegiare le più popolose aree dei bacini fluviali, mentre le montagne ricevono generalmente molta meno attenzione, o sono spesso considerate solo come fonti per gli utenti a valle.
Quest'anno è stata lanciata la prima Giornata mondiale dei ghiacciai, proprio per il 21 marzo, un evento che sottolinea la necessità di un impegno immediato e coordinato a livello internazionale, allineato con quello degli altri Paesi, un impegno anche in linea con la Giornata mondiale dell'acqua del 22 marzo.
Questi eventi, sottolinea l’Unesco, devono dare un nuovo impulso alla cooperazione internazionale per la protezione dei ghiacciai e delle acque di montagna. Molte catene montuose e i loro servizi ecosistemici sono di natura transfrontaliera. I trattati o gli accordi possono rafforzare la cooperazione attraverso la condivisione di dati e informazioni, contribuire a colmare le lacune in termini di capacità tecniche umane e istituzionali, nonché a promuovere e favorire il dialogo e la diplomazia tra i diversi Paesi.
