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Il fondamentale ruolo dei dissalatori per produrre acqua potabile nella Striscia di Gaza

Gli impianti sono alimentati dall’energia solare, che costituisce una soluzione sostenibile e affidabile in contesti di guerra
 |  Acqua

Lungo la Striscia di Gaza infuria la guerra e scarseggiano tutti i beni di prima necessità, a partire dall’acqua potabile, dato che le infrastrutture idriche sono gravemente danneggiate dalle bombe di Israele.

L’approvvigionamento idrico nella Striscia di Gaza è stimato essere ridotto tra il 7% e il 17% rispetto a quanto fosse prima dell’ultima escalation del conflitto. Gli sfollati hanno a disposizione pochissima acqua pulita, che spesso mischiano con quella salata o contaminata, con pesanti ripercussioni sulla salute.

Da alcuni giorni però, migliaia di sfollati nella zona di Rafah riescono comunque ad avere acqua potabile grazie a cinque dissalatori alimentati a energia solare, che l’ong Oxfam è riuscita a installare insieme ai suoi partner.

«Ciascun impianto di desalinizzazione serve circa 2.000 sfollati – spiega Roba Daour di Oxfam – Sono stati progettati seguendo gli standard dell’Organizzazione mondiale della sanità che permettono a ciascuna persona sfollata di avere accesso a tre litri d’acqua potabile al giorno».

Gli impianti sono alimentati dall’energia solare, che costituisce una soluzione sostenibile e affidabile in contesti difficili, dove spesso non è possibile garantire una fornitura regolare e ininterrotta di carburante.

«Questo impianto di desalinizzazione è stato progettato per erogare 1.000 litri d’acqua all’ora ed essere operativo da sei a sette ore al giorno grazie all’energia solare – spiega a Oxfam Mohammed Al Neirab, direttore esecutivo della Palestinian environment friends association – Funziona grazie a un sistema di osmosi inversa, dove l’acqua viene estratta dal serbatoio sotterraneo, raccolta nelle cisterne e quindi trasportata all’impianto di desalinizzazione per completare il processo di trattamento e rimuovere le impurità e i sali. Quindi subisce un processo di sterilizzazione con il cloro ed è raccolta in cisterne per l’acqua potabile prima di arrivare alle persone».

Infrastrutture simili sono fondamentali per la sopravvivenza dei civili intrappolati nella Striscia di Gaza, e Oxfam ha attivato un canale per raccogliere donazioni utili ad aiutarli: «Civili innocenti stanno pagando un prezzo altissimo, che nessuno dovrebbe pagare», sottolineano dall’ong.

Redazione Greenreport

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