
In Toscana piogge più che dimezzate da inizio anno, raccolti a rischio

A causa dell’assenza prolungata della pioggia – quest’anno le precipitazioni si sono ridotte dal 50% al 70% rispetto alla media storica –, in Toscana il rischio di una riduzione importante delle rese delle produzione in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche di olivi, ortaggi e frutta è sempre più concreto.
Le situazioni più critiche con valori di siccità severa si registrano principalmente per i bacini del Magra e Serchio, con una portata più che dimezzata rispetto alla scorsa settimana, e nei bacini di Cecina, Cornia, Bruna, Pecora e parte dell'Ombrone.
Analizzando ancora le portate per bacini, è proprio l'Arno quello con i volumi diffusamente minori, sia in termini percentuali rispetto al mese di aprile (-70% circa), sia in termini statistici, in quanto quasi tutte le sezioni si posizionano al di sotto del 25° percentile (portata media più bassa del normale) secondo il Servizio idrogeologico della Regione Toscana. Ma portate inferiori alla media si registravano già a maggio per l’Ambra a Bucine, Serchio a Ripafratta a San Giuliano Terme, Serchio a Monte S.Quirico, Sieve a Fornacina a Rufina, Elsa a Castelfiorentino, Ombrone, Cecina a Ponte di Monterufoli oltre che per l’Arno.
«Manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a repentaglio le produzioni in buona parte della regione, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. Per salvare le coltivazioni, laddove è possibile, si sta ricorrendo all’irrigazione di soccorso attingendo dai pozzi o attraverso le botti – spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Senza un sistema di irrigazione consortile diffuso ed organizzato, che oggi copre appena il 9% dei campi coltivati, ed una intelligente distribuzione di invasi ad impatto zero la nostra agricoltura è destinata a perdere competitività. Dobbiamo essere pronti alle sfide che i cambiamenti climatici ci imporranno evitando sprechi, recuperando tutta l’acqua piovana possibile e applicando con rigore le tecniche dell’agricoltura di precisione per salvaguardare le falde».
Per risparmiare acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente.
L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
In questo senso la Regione Toscana si è già mossa destinando 1,2 milioni di euro per un fondo di rotazione finalizzato anche alla progettazione di opere irrigue da parte dei Consorzi di bonifica nell'ambito del Bilancio 2022 della Regione Toscana, sostenuto da Coldiretti.
«In questo scenario di profonda crisi idrica – conclude Filippi – è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la produzione di cibo».
