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Legambiente contraria al nuovo dissalatore di Piombino

Le ragioni tecniche e politiche dell’associazione ambientalista
 |  Acqua

ASA sta progettando, in località Franciana a Piombino, un grande dissalatore da 300 lit/sec, una nuova condotta sottomarina per garantire l’approvvigionamento dell’Elba (sino a 80 l/s) e una condotta per Follonica per coprire i fabbisogni estivi della zona di Follonica (60 l/s). L’investimento complessivo è dell’ordine di 200 Milioni di €, 90 M€ per il dissalatore e infrastrutture, il resto per le condotte.
Essendo un impianto molto energivoro, il progetto prevede di abbinare all’impianto un parco fotovoltaico dalla potenzialità di 5 MW: circa 5 ha di superficie.
I due gestori ASA e Fiora pensano di reperire i necessari finanziamenti, candidando il progetto ai possibili finanziamenti del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico (PNIISSI) in occasione della prossima riapertura dei bandi del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT).
A nostro parere il costo sarebbe scaricato anche nelle bollette dei cittadini, già ora tra le più alte d’Italia.
Il dissalatore fu proposto anche negli scorsi anni da ASA dopo la conclusione dell’attività del progetto Rewat e nelle riunioni del Contratto di Fiume, due occasioni di pubblica discussione, un percorso partecipativo che ha coinvolto molti, tra cui cittadini, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste e culturali ed imprese, con la supervisione di tecnici e università, ha portato alla predisposizione di un piano d’Azione sottoscritto poi da tutti i soggetti pubblici, i Comuni della Val di Cornia, la Regione Toscana e anche ASA.
Nello specifico, questo Piano prevedeva un insieme di proposte che, in estrema sintesi, si basavano su una filosofia semplice, riconducibile ai concetti della sostenibilità, del risparmio e riuso della risorsa, dimostrando come spendendo poche risorse economiche, sia possibile effettuare una grande ed efficiente infiltrazione in falda delle acque superficiali, per l’innalzamento del livello della falda, ma anche per il miglioramento qualitativo dell’acqua.
Nella discussione, ASA ha proposto più volte impianti di dissalazione ma nel Piano di Azione approvato, non c’è traccia di questa proposta: questo è significativo.
Anche gli attuali sindaci della Val di Cornia avevano manifestato assieme e pubblicamente le loro perplessità sull’opera: «E’ necessario affrontare in modo aperto il problema dell'indipendenza idrica dell'Isola, senza cui non è possibile parlare della prospettiva di realizzare un ulteriore dissalatore a Piombino».
Legambiente ha invece proposto l’uso potabile delle acque di subalveo del Cornia da realizzare attraverso prelievo in zona Forni di Suvereto ed invio al centro di raccolta di Macchialta con successiva immissione in rete. Questa proposta è stata esaminata e convalidata da un comitato scientifico ed i risultati della stessa permetterebbero di avere dei numeri sorprendenti per quantità di acqua risparmiata o recuperata e miscelata nell’acquedotto: ciò anche ai fini del miglioramento della qualità idrica e per il risparmio energetico. (Programma di azione cod. 1_2)
Anche Legambiente Arcipelago Toscano, che non si è opposta al dissalatore nella piana di Mola e che ha contribuito con le sue proposte e osservazioni a rendere migliore quel progetto, si dichiara nettamente contraria a un nuovo dissalatore in terraferma che porti l’acqua con una nuova e costosissima condotta sottomarina all’Elba. Legambiente ha sempre detto che i dissalatori si fanno se necessario e dove è necessario e che la realizzazione del dissalatore all’Elba doveva essere l’occasione per dare il via a un progetto isolano di indipendenza idrica, con risparmio idrico ed energetico, di riduzione delle perdite e di rimpinguamento delle falde idriche, anche con la lotta all’emungimento abusivo e il divieto di realizzare nuove piscine.

Legambiente Val di Cornia
Legambiente Arcipelago Toscano
Legambiente Toscana

Redazione Greenreport

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