
Asa e Acquedotto del Fiora fanno squadra per migliorare il servizio idrico integrato in 87 Comuni

Il servizio idrico integrato, in questa fase di pandemia, ha mostrato appieno la sua natura di servizio essenziale alla cittadinanza, e non ha mai frenato la propria attività: acqua pulita e sicura (anche) da bere ha continuato a scorrere nelle case toscane, mentre i depuratori hanno permesso una gestione sostenibile dei reflui. Ma si può e si deve migliorare mettendo a sistema le risorse disponibili sul territorio: per questo Asa (Azienda servizi ambientali) e AdF (Acquedotto del Fiora) siglano un accordo strategico nel campo dell’idrico, destinato ad aprire nuove frontiere di ricerca, sviluppo, innovazione e reperimento di finanziamenti pubblici fuori tariffa.
«L’accordo fra Acquedotto del Fiora e Asa per promuovere ricerca e innovazione nel campo idrico è importante per più motivi – spiega a greenreport il presidente di Confservizi Cispel Toscana, l’associazione regionale delle imprese di servizio pubblico locale, Alfredo De Girolamo – Coinvolge due aziende della costa, che operano su territori turistici, nella logica che ricerca e sviluppo possono essere attività svolte da più imprese per finalità comuni. Punta a rafforzare le attività di ricerca, innovazione e sviluppo nei temi tecnologici green come cambiamenti climatici, economia circolare, uso efficiente delle risorse, qualità dei fiumi e del mare. Temi al centro delle strategie europee in materia di sviluppo sostenibile e per cui sono previsti importanti finanziamenti pubblici».
Già oggi Acquedotto del Fiora e Asa gestiscono il servizio idrico integrato in territori limitrofi, aventi come denominatore comune la fascia tirrenica a sud del fiume Arno e il parco dell’arcipelago toscano: Elba e Capraia per Asa, Giannutri e Giglio per AdF. Nasce così una nuova sinergia che, partendo dalle esigenze specifiche della costa e delle isole, di fatto riguarda gran parte della Toscana costiera e meridionale. Se la spinta arriva dal mare, le nuove opportunità, la partecipazione e i benefici portati dall’intesa interesseranno tutti gli 87 comuni serviti dalle due aziende, con ben quattro province coinvolte: Livorno, Grosseto, Siena e Pisa.
«Questo accordo ci permetterà di condividere conoscenze e buone pratiche tra i due gestori – spiega il presidente di Asa Nicola Ceravolo – Insieme gestiamo tutte le isole dell'arcipelago toscano ed è qui che vogliamo intervenire nel breve termine con progetti per la salvaguardia dell'ambiente e lo sviluppo dell'economia circolare».
Al centro dell’accordo il ruolo del servizio idrico integrato nella valorizzazione del patrimonio ambientale, fondamentale anche per il settore turistico, con azioni di tutela e sviluppo, nonché attività di ricerca e di innovazione nei settori dell’economia circolare, del contrasto ai cambiamenti climatici, della salute pubblica e della fruizione dei beni comuni. A tal fine sono previste l’istituzione di un gruppo di lavoro interaziendale e una pianificazione coordinata e di concerto con le pubbliche amministrazioni per reperire specifici finanziamenti pubblici, con particolare attenzione ai bandi europei o di altri soggetti istituzionali.
«L’obiettivo – aggiunge il presidente di AdF Roberto Renai – è fare ricerca e realizzare nuovi interventi green non finanziabili mediante le tariffe. Il presente accordo, quindi, assume valore strategico non solo per le parti che lo sottoscrivono, ma anche per tutti i comuni serviti. L’obiettivo è migliorare ancora di più il servizio che eroghiamo, tutelare l’ambiente ed essere motore di sviluppo, senza gravare sulle tariffe sostenute dai cittadini. A maggior ragione ora, dando impulso alla ripartenza. Lavoriamo per il benessere della comunità e del territorio».
Tra i possibili interventi ci sono quelli di miglioramento ed efficientamento dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione, quelli rivolti al risparmio idrico e all’uso razionale della risorsa, ma anche quelli finalizzati al recupero e riuso delle acque reflue, alla riduzione e/o valorizzazione dei fanghi provenienti da depurazione civile, al risparmio energetico o alla produzione di energia. Tali progetti potranno riguardare sia ricerche sperimentali per lo sviluppo delle tecnologie di settore, sia la loro applicazione nell’ambito delle filiere produttive.
Il potenziamento delle reti e infrastrutture idriche a servizio del territorio costiero e delle isole rappresenta, inoltre, uno stimolo allo sviluppo del tessuto economico locale, dell’attività ricettiva e anche della ripartenza alla luce dell’emergenza sanitaria Covid-19. Infine, l’accordo stesso prevede la possibilità di essere esteso agli altri gestori del Servizio idrico integrato all'interno della regione, coinvolgendo anche l’Autorità idrica toscana.
«Il servizio idrico – conclude De Girolamo – può e deve essere uno dei motori della ripartenza, a partire dagli investimenti in infrastrutture materiali (reti, invasi, depurazione) e immateriali come ricerca e sviluppo. Questa iniziativa è in linea quindi con la strategia complessiva del servizio idrico toscano, settore fondamentale dello sviluppo sostenibile e centrale negli investimenti per la ripresa».
