Il Piano nazionale per il settore idrico del Governo Meloni è ancora senza risorse
In un conflitto, quando a cadere è la capitale, generalmente significa la resa, ma questo non vogliamo che accada in Emilia Romagna, anche se ad essere colpita dall'estremizzazione degli eventi meteorologici stavolta è stata Bologna, capoluogo di una regione alla quarta, drammatica alluvione in 16 mesi.
A poco importa ricordare che la rete idraulica minore, benché travolta dalle esondazioni dei fiumi come il resto del territorio, stia ora contribuendo in maniera determinante allo scolo delle acque alluvionali o che è ripartita la rete di solidarietà operativa dei Consorzi di bonifica da tutta Italia.
Il nostro appello è alla politica affinché, in maniera unitaria, ponga la sicurezza idrogeologica lungo l'intera Penisola al primo posto fra le priorità del Paese, perché le conseguenze di eventi meteo estremi stanno colpendo profondamente l'economia dell'Italia, pregiudicandone inevitabilmente anche la coesione sociale. Servono risorse subito, appellandosi anche all'Unione europea: è dagli anni '80 che in Italia manca un piano nazionale di interventi per la manutenzione del territorio, ora c'è il Pniissi predisposto dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, cui gli esperti indicano di destinare almeno un miliardo di euro all'anno, che però non ci sono.
Non è nostro compito indicare dove reperirli, ma è nostro dovere dire che servono subito per evitare di compromettere definitivamente l'equilibrio dei territori.
Alla politica chiediamo di assumerne una coscienza piena e determinata, noi continueremo a fare la nostra parte assieme agli altri soggetti deputati del territorio, ma oggi serve di più: c'è bisogno di creare urgentemente le condizioni per un piano straordinario di manutenzione e infrastrutturazione lungo l'intera Penisola.