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Passi avanti per Montedoglio, il più grande lago toscano dove l’acqua c’è ma non le condotte

Checcucci (Autorità di bacino): «Ha bisogno di essere implementato, non si può lasciare inutilizzata l’acqua del bacino più grande dell’Italia centrale»
 |  Acqua

Mentre la siccità avanza feroce in tutto il centro sud, Toscana compresa, nel lago (artificiale) più grande della regione – quello creato dalla diga di Montedoglio, nell’aretino – l’acqua c’è ma non può essere adeguatamente messa a frutto per la mancanze delle infrastrutture necessarie.

Nonostante i progressi segnati dalla Regione Toscana a inizio marzo, la situazione è ancora lontana dal potersi direi risolta, ma la giornata di ieri potrebbe aver segnato l’inizio di una svolta.

I rappresentanti di Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, Regione Toscana, Consorzio di Bonifica, Ente acque umbre toscane (Eaut) e imprese agricole si sono riuniti ieri a Bettolle (SI) per sancire il completamento delle reti come priorità comune e condivisa.

«Montedoglio è nato da idee datate ma lungimiranti – ricorda Gaia Checcucci, segretaria dell’Autorità di bacino – è cresciuto grazie alla buona volontà di tanti soggetti che vivono e utilizzano l’acqua della diga, ora ha bisogno di essere implementato perché non si può lasciare inutilizzata l’acqua di Montedoglio, il bacino più grande dell’Italia centrale, con una capacità di invaso straordinaria e in grado di soddisfare tutti gli usi, a cominciare dagli usi agricoli. Questo bacino necessita di  uno strumento di gestione capace di fotografare i fabbisogni attuali e futuri, che possono essere candidati a finanziamenti nazionali. Le linee di finanziamento hanno dato parziale soddisfazione a queste esigenze, ma lo hanno dato in modo sporadico. Si deve comprendere che dietro Montedoglio c’è un “sistema” vero e capace di garantire  autosufficienza per tutti gli usi, alleggerendo anche il prelievo di falda».

Ad oggi infatti Montedoglio, con la presenza della più grande riserva di acqua dell’Italia centrale, non riesce ancora a soddisfare i bisogni irrigui  delle imprese agricole della Valdichiana aretina e senese e della Valtiberina.

Perché? Perché nella maggior parte dei territori manca l’ultimo miglio delle condotte che portano l’acqua nelle aziende agricole: i cosiddetti distretti irrigui che con il loro sistema di reti portano l’acqua dai laghetti collinari, realizzati da Eaut e alimentati dalla diga di Montedoglio, nei campi degli agricoltori.

L’acqua c’è ma non può essere utilizzata. Un autentico paradosso, evidenziato da tempo dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, che si è impegnato a fondo per interessare le istituzioni e  per conquistare le risorse necessarie alla progettazione e alla realizzazione delle reti.

Di ritorno da una importante riunione con Nicola Dell’Acqua,  Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Checcucci e Stefania Saccardi – vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’Agricoltura – hanno colto l’occasione per “misurare”  direttamente i bisogni del territorio e per portare aggiornamenti sul futuro delle reti.

«È importante fare un punto dello stato dell’arte perché la Diga di Montedoglio sia una risorsa ancora più efficace ed efficiente rispetto ai fabbisogni dell’agricoltura della Valdichiana e della Valtiberina –spiega Saccardi – Grazie alle capacità di progettazione di Eaut e del Consorzio di Bonifica abbiamo potuto presentare al Commissario  Dell’Acqua  un pacchetto di interventi da inserire all’interno dell’accordo di programma in fase di redazione, che ci auguriamo possa essere finanziato dal governo nell’ambito dei prossimi interventi sull’emergenza idrica».

«Le istituzioni sono venute nel territorio per ascoltare le esigenze ed i bisogni delle imprese agricole di poter disporre della risorsa – conclude Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica – È stato momento importante per fare il punto sulla distribuzione dell’acqua e la realizzazione dei distretti,  quelli esistenti e quelli che dovranno essere realizzati nel prossimo futuro, per dare risposte alle aziende agricole  che necessitano di acqua per crescere e svilupparsi. Sappiamo che alcuni progetti non sono finanziati ma risultano  ammessi al Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico, noto con l’acronimo Pniissi. Finalmente il Sistema Montedoglio è una priorità non solo per questo territorio e per questo Consorzio, ma anche per Eaut, Regione Toscana e Autorità di Bacino. È un sistema condiviso e organizzato e questo potrà premiarci per i finanziamenti futuri».

Redazione Greenreport

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