
Alluvioni in Gran Bretagna, ripensare completamente la prevenzione: «Estremi climatici sconosciuti» (FOTOGALLERY)

Mentre l’acqua comincia a ritirarsi e sono mobilitati 500 soldati e altri 1.000 sono pronti ad intervenire, Manchester, Leeds ed altre città e piccoli centri di Inghilterra, Galles e Scozia cominciano a contare i danni delle alluvioni che nelle feste natalizie hanno nuovamente e duramente colpito la gran Bretagna. Il vice-direttore dell’ Environment Agency britannica, David Rooke, ha sottolineato che «Siamo in un periodo di estremi conosciuti e ci stiamo spostando verso un periodo di estremi sconosciuti». Per verificare se le ipotesi attuali sono ancora valide, il governo britannico ha ordinato una revisione dei dati climatici che dovrebbe essere pronta entro l'estate del 2016, ma Rooke non ha già dubbi: «Dovremo ripensarle completamente e credo che dovremo passare non solo dal fornire le difese migliori - e abbiamo programmato 2 miliardi di sterline per realizzarle nel corso dei prossimi 6 anni - ma a guardare come aumentare la resilienza così che, quando le proprietà verranno allagate, avranno pavimenti solidi, avranno un intonaco impermeabile, avranno spostato in alto sulle pareti l'impianto elettrico, così che le persone possano tornare nelle loro case, alle loro attività, molto rapidamente, e che continuiamo a migliorare il nostro sistema di allerta alluvioni, così nel caso difese vadano sott’acqua, le persone abbiano il tempo di agire e che possiamo salvare vite umane».
La revision della national flood resilience era stata annunciate appena due settimane fa dalla ministro dell’ambiente del Regno Unito, Elizabeth Truss, e dovrebbe comportare un aggiornamento della pianificazione della prevenzione in base ai nuovi scenari ed ai futuri impatti del cambiamento climatico, effettuando anche una valutazione dei rischi per le infrastrutture essenziali, come la distribuzione di elettricità. La Truss ha detto alla BBC che nel Lancashire «Ogni singolo fiume ha raggiunto il livello record, nello Yorkshire, alcuni fiumi erano un metro più in alto che mai. Chiaramente, alla luce di questo, ci sarà la revisione le nostre difese contro le alluvioni».
Il diluvio che ha travolto il nord dell’Inghilterra non solo era stato “profetizzato” ormai molti anni fa dagli scienziati come una delle prime conseguenze dei cambiamenti climatici in Europa, ma era anche atteso dai meteorologi britannici che non sono rimasti per niente stupiti dei più di 120 millimetri di pioggia caduti in una vasta area e che hanno fatto straripare fiumi e torrenti. Oggi i grandi giornali britannici, a cominciare dal Guardian, scrivono che il cambiamento climatico potrebbe portare ad inondazioni più gravi e frequenti e che, come accaduto in questi giorni, le opere di difesa idraulica non sembrano più in grado di far fronte ad eventi meteorologici così intensi e ripetuti. Il sistema di barriere e pompe dello York, completato nel 1987, non ha retto e sono state evacuate centinaia di case, intere strade erano sommerse anche nel centro di Leeds e di Manchester. Secondo una prima stima, la tempesta Eva avrebbe fatto danni per 1,3 miliardi di sterline. L’opposizione laburista è all’attacco e accusa il governo conservatore di versare lacrime di coccodrillo: dopo aver tagliato le spese per la prevenzione negli ultimi 5 anni, ora il governo Cameron promette che le opere di difesa verranno riviste. Poco prima di Natale, il governo britannico aveva pubblicato le spese per la prevenzione delle inondazioni nel corso degli ultimi 5 anni: dopo il 2010-2011, sono calate del 30% e spesso si tratta solo di finanziamenti "eccezionali", dopo le alluvioni del 2013-2014. Nel 2014-2015, gli investimenti nelle difese dalle inondazioni sono scesi a 228 milioni di sterline, integrati da altri 125 milioni di sterline per interventi di emergenza
Il cancelliere del governo ombra laburista, John McDonnell, ha chiesto un accordo unitario per fare in modo che i costi delle opere per garantire la nuova resilienza climatica non ricadano sulle vittime e le comunità locali dello Yorkshire chiedono che vengano attuate le misure necessarie ma anche che gli investimenti necessari vengano garantiti anche in caso di cambiamento di governo.
Quel che è certo è che le alluvioni succedutesi in Gran Bretagna negli ultimi 10 anni sono qualcosa di mai visto in precedenza nel Paese, mentre l’impegno dei governi conservatori per la prevenzione è diminuito invece che aumentare. Una delle domande che emergono dal fango natalizio è se convenga continuare a spendere soldi in grandi opere che hanno dimostrato tutti i loro limiti o se invece convenga puntare alla gestione minuziosa del territorio, a ripristinare il drenaggio naturale.
Innes Thomson, l’ex responsabile alluvioni dell’Environment Agency ed ora a capo dell’Association of Drainage Authorities, che gestisce i livelli dei corsi d’acqua, chiede più soldi per la manutenzione, invece che per grandi opere di difesa: «Se dovessimo spendere di più solo per il mantenimento e la gestione dei livelli dell’acqua, sarebbero soldi ben spesi - ha detto a The Guradia - Se avessimo speso pochi di quei soldi per ripulire i fiumi, ora sarebbe d'aiuto. Deve essere fatto ogni tipo di lavoro. Abbiamo attività per un valore di 22 miliardi di sterline a rischio di alluvione, ma dobbiamo chiederci: abbiamo raggiunto lo standard giusto? Sono in buone condizioni? Dobbiamo migliorare le nostre pompe? Dobbiamo garantire che tutti i nostri argini siano sani? I nostri corsi d'acqua sono liberi da ostacoli? Penso che stiamo parlando di decine di milioni di sterline. Ora è l'occasione di riconsiderare dove spendiamo i nostri soldi».
