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Emergenza Ombrone, Legambiente: «Ripensare alla prevenzione e pianificazione degli interventi»

Gentili: «Si è costruito troppo e male, servono piani adeguati e il coraggio di delocalizzare»
 |  Acqua

Secondo il circolo grossetano di Legambiente, «L'ultima emergenza legata al fiume Ombrone dimostra ancora una volta l'impellente necessità di intervenire per prevenire il più possibile i danni provocati da fenomeni estremi in fortissimo aumento a causa dei cambiamenti climatici provocati dai gas climalteranti sempre più presenti in atmosfera. In un’ora di agosto nel Senese è piovuta la quantità di  un intero mese autunnale mandando in tilt reti fognarie e allagando case e strade, oltre a portare a valle nel grossetano una quantità enorme di detriti, tronchi e alberi che hanno invaso le spiagge del litorale».

Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, ribadisce che «Occorre ripensare innanzitutto a un’opera di prevenzione e pianificazione degli interventi, oltre a un attento monitoraggio del bacino del fiume Ombrone, sempre più minaccioso e pericoloso per i territori che attraversa, al fine di diminuire il più possibile il rischio idraulico. Purtroppo si è costruito troppo e male, realizzando abitazioni e manufatti perfino in aree di golena, con un uso del suolo spesso irrazionale e sbagliato. Basti pensare alle decine di migliaia di abitanti di Grosseto che vivono in strutture costruite in aree a rischio. Si è, inoltre, disboscato troppo diminuendo la capacità di trattenere il terreno delle aree boschive. Si è poi impermeabilizzato e  cementificato a dismisura senza pensare a un’attenta e costante manutenzione dei corsi d'acqua e dell'intero reticolo idrografico. Se a questo aggiungiamo il fatto che sempre più aree agricole sono soggette ad abbandono con la conseguente mancanza di positiva regimazione e controllo delle acque capiamo quanto siamo indifesi e fragili rispetto a eventi di tale portata. Le bombe d'acqua sempre più frequenti e intense mettono a nudo le deficienze gravi e la manca  di una effettiva e concreta strategia di prevenzione che occorre applicare all'intero corso del fiume e al suo bacino. Senza una oculata strategia di prevenzione, cura e manutenzione ordinaria e straordinaria dell'intero corso d'acqua  dell'Ombrone, non è infatti possibile arginare danni e guasti. Occorre pensare anche a realizzare piccoli bacini in alcune aree a monte ed aree di laminazione dove le acque possano espandersi diminuendo la rovinosa corsa verso valle e di conseguenza con minori danni sia per le aree coltivate che per le persone che vivono in aree a rischio. Occorre inoltre prevedere  piani adeguati e capillari di allerta al fine di diminuire i gravi rischi per le persone coinvolte e al tempo stesso delocalizzare le abitazioni in aree ad alto rischio. Serve una strategia attenta e precisa per diminuire il rischio idraulico, investendo fortemente nella prevenzione piuttosto che subire l'emergenza, evitando gravi ripercussioni per la sicurezza dei cittadini e per il comparto turistico e agricolo».

Per gli ambientalisti del Cigno Verde maremmano, «Anche da parte dei soggetti pubblici locali occorre una nuova strategia che preveda una pianificazione degli interventi necessari e un piano di emergenza puntuale e definito, che coinvolga le comunità locali. A tal proposito il contratto di fiume rappresenta uno strumento utile per garantire trasparenza e partecipazione dei cittadini, delle associazioni di categoria e della società civile per una programmazione e gestione più attenta ed efficace anche dal punto di vista della sicurezza del bacino fluviale dell'Ombrone».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.