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La crisi climatica sta favorendo la diffusione di cavallette nei campi dell’Emilia Romagna

Coldiretti: «Nel Faentino divorano non solo le coltivazioni di erba medica e foraggi ma anche la frutta in maturazione sugli alberi»
 |  Crisi climatica e adattamento

Una nuova calamità naturale – ovvero il ritorno delle cavallette – sta spingendo gli agricoltori dell’Emilia Romagna ad accelerare nelle operazioni di raccolta per evitare di perdere l’intera produzione, proprio nel momento in cui le aziende cercano faticosamente di rialzarsi dopo la devastante alluvione dello scorso anno che ha provocato danni per quasi 9 mld di euro sul territorio.

«Con il caldo record tornano anche le cavallette – spiega Coldiretti, la più grande associazione di rappresentanza degli imprenditori agricoli, spesso incomprensibilmente contraria alle politiche del Green deal – Le temperature elevate e la mancanza di pioggia hanno favorito la proliferazione massiva di quello che è uno degli insetti più temuti dagli agricoltori, Nel Faentino le cavallette divorano non solo le coltivazioni di erba medica e foraggi ma anche la frutta in maturazione sugli alberi, in primis pesche, susine e albicocche tardive».

Le cavallette essendo polifaghe colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini provocando una vera catastrofe biologica che rischia di mettere in ginocchio centinaia di aziende ma anche allevamenti che in pochi giorni vedono sparire il foraggio necessario per gli alimenti costringendoli ad ulteriori spese per l’acquisto del mangime.

«Il ritorno delle cavallette è solo l’ultimo effetto dei cambiamenti climatici che hanno causato la diffusione di insetti alieni in Italia provocando danni per oltre un miliardo all’anno all’agricoltura con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico. Si va dalla cimice asiatica – conclude Coldiretti – alla Popillia japonica che distruggono frutteti e vigneti, dalla Drosophila suzukii, “golosa” di ciliegie, mirtilli e uva, al cinipide galligeno che ha fatto strage di castagni, dal Bostrico Tipografico, il “killer” del bosco nell’arco alpino fino al punteruolo rosso che ha decimato le palme, mentre il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) attaccano gli alveari».

Redazione Greenreport

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