Toscana terra di pace, firmato il protocollo d’intesa tra Regione e Rondine
Pace, giustizia e istituzioni solide rappresenta un imprescindibile obiettivo di sviluppo sostenibile, incluso nell’Agenda Onu al 2030 che anche l’Italia si è impegnata a rispettare – finora con scarsi risultati –, che in Toscana trova oggi nuova linfa grazie al protocollo d’intesa siglato dalla Regione con l’associazione Rondine, che da oltre un quarto di secolo s’impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e per la diffusione del proprio metodo per la trasformazione creativa dei conflitti (il cosiddetto “metodo Rondine”, che finora ha formato oltre 300 giovani provenienti da luoghi di guerra).
L’accordo mira a consolidare la collaborazione tra la Regione Toscana e l’esperienza internazionale dell’associazione fondata nell’omonimo borgo medievale a pochi chilometri da Arezzo – Rondine, appunto –, con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione di un habitat socialmente sostenibile e privo di scontri armati, in cui ogni persona abbia gli strumenti per sviluppare relazioni pacificate e generative.
«Un grande passo che darà nuovo impulso a una collaborazione di lunga data – spiega il presidente e fondatore dell’associazione, Franco Vaccari – Il riconoscimento della Regione Toscana ha un profondo valore per Rondine, e oggi ci fa sentire una rinnovata e più viva responsabilità nel mettere a disposizione del territorio toscano il nostro impegno per diffondere un nuovo modo di stare nella relazione e imparare a riconoscere i conflitti che fanno parte della vita di tutti, trasformandoli in opportunità di crescita personale e collettiva».
Grazie al protocollo i soggetti firmatari si impegnano a promuovere eventi e attività e a cooperare per rendere più efficaci i propri interventi sul territorio toscano sul fronte della costruzione della pace, del superamento dei conflitti, dell’educazione alla cittadinanza globale. Una collaborazione che promuove una cultura di pace in grado di dare un contributo al tema della trasformazione dei conflitti ad ogni livello per affrontare le contingenti sfide globali connotate da rapido cambiamento, diversità interculturali, crescenti conflittualità, diffondendo buone pratiche di testimonianza del dialogo, della pacifica convivenza e della cittadinanza attiva.
«La Toscana è terra di pace e in questo momento storico attraversato da crescenti tensioni e da un aumento dei conflitti armati vogliamo rilanciare la nostra vocazione e il nostro impegno per contribuire a un mondo libero dalle guerre – conclude il presidente Giani – La Costituzione e i principi del nostro Statuto regionale ci indicano la via maestra per la risoluzione delle controversie internazionali, che è quella della pace, del dialogo, dello scambio e confronto tra culture».