I volontari dell’Operazione Mato Grosso ripuliscono gli orti lungo il fiume Serezza
Lungo il fosso Serezza, fra Buti e Vicopisano, ci sono terreni di proprietà del Consorzio di Bonifica Toscana Nord che vengono chiamati ‘orti’. Il loro utilizzo, infatti, era dedicato ai residenti della zona che ne avessero fatto richiesta proprio per poter creare un piccolo appezzamento di terreno a uso coltivato, come accade un po’ per gli orti urbani. Con il tempo, però, non tutti hanno avuto il dovuto rispetto per questa iniziativa e ora c’è bisogno di una pulizia straordinaria per riportare decoro e pulizia, così da poterli assegnare di nuovo.
Un lavoro che ancora una volta ha avvicinato il Consorzio di Bonifica Toscana Nord alla missione umanitaria dell’associazione ‘Operazione Mato Grosso’. Proprio in questi giorni, infatti, gli uffici dell’ente consortile hanno affidato l’incarico di manutenzione e recupero rifiuti ai giovani volontari dell’associazione Toscandina ODV, braccio operativo sul territorio dell’operazione benefica Mato Grosso, il movimento nazionale il cui scopo è aiutare le persone nei paesi più poveri del mondo attraverso missioni umanitarie in Brasile, Bolivia, Ecuador e Perù. Il ritiro e lo smaltimento saranno poi a carico dei Comuni con le relative aziende di gestione dei rifiuti.
Il presidente Ismaele Ridolfi sottolinea che «Ancora una volta la cura del territorio nelle aree gestite dal Consorzio di Bonifica si sposa così con gli aiuti destinati all’America Latina In passato si sono occupati magari delle canalette irrigue, un’altra volta di verniciare la sede dell’ente consortile, stavolta è invece la pulizia dei cosiddetti ‘orti’ lungo il Serezza: iniziative per le quali il Consorzio riconosce all’associazione un contributo che sarà interamente destinato a finanziare le missioni umanitarie».
E c’è molto da fare: lungo gli orti del Serezza, infatti, i volontari hanno trovato un po’ di tutto sin dalle prime ore, in particolare oggetti che erano stati utilizzati per irrigare o dividere gli appezzamenti, poi abbandonati, come bidoni di plastica e cisterne, sedie, reti o tubi. Tutti i ragazzi sono volontari e non ricevono alcun contributo e le stesse persone o famiglie che vivono in missione non ricevono alcuno stipendio, riuscendo a realizzare delle vere imprese grazie all’aiuto di chi in Italia lavora e contribuisce di tasca propria.
Ridolfi conclude: «Un’altra iniziativa che ci rende orgogliosi e che ci permette in qualche modo di contribuire alla missione destinata ad aiutare i più poveri nel mondo, sostenendo al tempo stesso giovanissimi dai 16 ai 25 anni, in Italia, che decidono di dedicare tempo, risorse e impegno al volontariato. Passando inoltre il loro tempo a fianco dei tecnici del Consorzio possono anche imparare l’importanza della tutela dell’ambiente, della pulizia e della corretta manutenzione del reticolo idraulico».