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L’autonomia differenziata è legge, tutela dell’ambiente in pericolo

 |  Editoriale

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato rapidamente la legge sull’autonomia differenziata presentata dalla Lega, che adesso permette al Governo Meloni di avviare le trattative con le Regioni.

È stato dunque ignorato l’ennesimo appello delle forze ambientaliste, in particolare del Wwf che si era rivolto a Mattarella per chiedere un rinvio del provvedimento alle Camere.

Il Wwf si occupa di autonomia differenziata perché la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema è tra le materie su cui le regioni possono chiedere autonomia. Per questo il Panda ha presentato, senza esiti, diverse argomentazioni giuridiche e scientifiche in tutte le fasi del dibattito parlamentare sia al Senato che alla Camera. Le stesse argomentazioni sono state presentate a vari esponenti del Governo (e in particolare al ministro dell’Ambiente) e al Comitato nominato dal Governo per la determinazione dei Lep, presieduto da Sabino Cassese.

«La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema non può essere trattata al pari delle altre materie nell’ambito della legge sull’autonomia differenziata – spiega il Wwf – Le norme approvate, infatti, non distinguono le procedure che portano all’autonoma regionale sulle varie materie tra quelle che sono di competenza esclusiva dello Stato rispetto a quelle concorrenti, cioè quelle su cui già oggi le Regioni, oltre che lo Stato, possono legiferare».

Il Wwf giudica questo «un errore particolarmente grave» poiché la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è stata elevata nel 2022 a principio fondamentale della Costituzione. Del resto, la tutela ambientale è «sicuramente una delle materie che meno si presta ad una frammentazione in base a criteri amministrativi, poiché, per essere efficace, deve necessariamente esplicitarsi a livello nazionale, se non addirittura internazionale».

La scelta di procedere all’applicazione dell’autonomia differenziata per legge ordinaria e non per legge costituzionale «aggrava poi la situazione perché porta in sé la possibilità di future deroghe attraverso le leggi di ratifica delle intese Stato-Regioni. Le garanzie di uguaglianza previste dalla norma attuata sono dunque virtuali».  

Il Wwf evidenzia infine come, sul piano tecnico-scientifico, la possibilità di definizione dei livelli essenziali di prestazione (Lep) per la tutela dell’ecosistema «sia ancora oggetto di discussione nel mondo accademico, non perché impossibile, ma perché i molteplici fattori che devono essere considerati non sempre possono rientrare nella capacità o nelle competenze di chi dovrebbe garantirli: al riguardo, basti pensare al tema globale del cambiamento climatico e all’incidenza che questo ha sui servizi ecosistemici».

Nel frattempo, oltre agli ambientalisti anche le forze di opposizione si stanno organizzando per resistere all’applicazione della legge sull’autonomia differenziata, non ultimo mettendo in piedi un referendum abrogativo.

«Io sono un regionalista convinto, ma all’autonomia differenziata del disegno di legge Calderoli contrappongo un regionalismo equo e solidale», osserva nel merito il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, rispondendo in Aula a una lunga e articolata interrogazione presentata dalla Lega

«Il testo presentato dal ministro Calderoli – aggiunge Giani – prevede una competenza su 22 materie: in questo modo si acuiscono i divari tra le regioni e si creano degli steccati laddove dovrebbe esserci solidarietà regionale. Soprattutto in materie come la sanità questo sistema autarchico rischia di creare quello che è stato efficacemente chiamato Spacca-Italia. Non ritengo vi sia la necessità di andare oltre con questioni tecniche e minuziose È una questione politica e come tale va affrontata. È necessario dare volto all’articolo 5 della Costituzione così concepito nella visione del regionalismo dai Costituenti: la Repubblica è una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali valorizzando le specificità dei territori regionali. Questo disegno di legge invece rischia di minare il profilo dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica».

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.