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Oltre 1.300 studenti a lezione di “Zero spreco” al Polo di gestione rifiuti di San Zeno

Cherici: «Una tonnellata di rifiuti processata a norma di legge può costare dalle 100 alle 115 euro, andarli a ridurre determina un grande risparmio»
 |  Toscana

Si chiude oggi il sipario sulle due giornate “Zero spreco” promosse Polo impiantistico di San Zeno (AR) per la valorizzazione dei rifiuti, gestito dalla partecipata pubblica Aisa impianti, che hanno richiamato nell’area verde del polo gli studenti dell’Istituto Comprensivo Cesalpino e l’Istituto Comprensivo Vasari di Arezzo, l’Istituto Comprensivo Magiotti di Montevarchi e dell’Istituto Sacro Cuore di Roma.

Bambini e ragazzi che hanno partecipato a laboratori di teatro, corsi di cucina e assistito allo spettacolo della compagnia cilena di clown “Festin de la risa”.

«Quest’anno noi diventeremo Istituto “Zero Spreco” in quanto abbiamo partecipato con i nostri quasi milletrecento studenti alle iniziative promosse», commenta Sandra Guidelli, dirigente scolastico dell’Istituto Cesalpino di Arezzo».

In particolare, al cuore della giornata odierna è stata la conferenza del fisico, chimico, divulgatore scientifico ed esperto di questioni ambientali Valerio Rossi Albertini.

«Dobbiamo fare una riflessione sul nostro ruolo su questo mondo – spiega Rossi Albertini – Il genere umano è stata una specie infestante, dove siamo arrivati abbiamo portato devastazione, eppure la natura è sopravvissuta per tre miliardi di anni dalla comparsa della vita, fino ad oggi. Significa che ha utilizzato strumenti differenti dai nostri. Noi abbiamo un atteggiamento predatorio nei confronti dell’ambiente e invece dovemmo guardare agli ecosistemi naturali, per capire quale sia la maniera corretta per gestire le risorse che abbiamo a disposizione».

In quest’ambito si muove anche l’attività del Polo di San Zeno, dove complessivamente operano un impianto per la selezione delle frazioni secche (a partire dal multimateriale, come nel caso delle plastiche) da avviare a riciclo, un termovalorizzatore per valorizzare energeticamente le frazioni secche non riciclabili, e un nuovo biodigestore anaerobico per ricavare biometano e compost da 70mila t/a di rifiuti organici, provenienti da raccolta differenziata (Forsu), sfalci e potature.

Nell’area è inoltre in corso l’attuazione di un articolato piano industriale che prevede di realizzare una nuova linea di termovalorizzazione da 75mila t/a; finché non sarà completata, resterà attiva l’attuale linea da 45mila t/a.

« Valerio Rossi Albertini ci dà l’opportunità di fare una riflessione sull’economia circolare e di fare conoscere cosa avviene all’interno degli impianti di recupero integrale – argomenta nel merito il presidente di Aisa, Giacomo Cherici – Questo va a determinare una coscienza attiva delle azioni che quotidianamente possiamo compiere come ridurre i propri rifiuti. Un solo punto percentuale di riduzione dei rifiuti vale tantissimi soldi, e vale tantissimo in termini ambientali. Una tonnellata di rifiuti processata a norma di legge può costare dalle 100 alle 115 euro, quindi una città, una comunità che produce 60,70 mila tonnellate di rifiuti, andarli a ridurre determina un grande risparmio».

Per poter però ridurre davvero i rifiuti occorre agire, ovviamente, a monte della loro generazione; investendo ad esempio in eco design, lavorando sulla prevenzione quanto sulla riciclabilità dei materiali impiegati in fase di produzione, eliminando gli imballaggi inutili.

Una volta arrivati alla soglia degli impianti di trattamento rifiuti, infatti, la spazzatura non si può più ridurre. Si deve a quel punto gestirla al meglio, recuperando più materia e in subordine più energia  possibile, come prescritto dalla gerarchia europea di gestione. Per poi smaltire in sicurezza ciò che non è recuperabile, e chiudere così il cerchio.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.