Niente clima nella legge di Bilancio del Governo Meloni. Wwf: «Scelte incomprensibili»

«Sembra quasi che voglia mettere da parte, ignorare e persino negare la necessità di azioni non più rimandabili»

[30 Agosto 2023]

Aprendo il primo Consiglio dei ministri al rientro dalle ferie estive, la premier Giorgia Meloni ha spiegato che le priorità dell’esecutivo ripartiranno dalla stesura della nuova legge di Bilancio.

«Il primo appuntamento sarà la scrittura della legge di Bilancio, la legge principale sulla base della quale programmare la nostra agenda – ha spiegato Meloni – La prossima legge di Bilancio dovrà essere, come è stata quella dello scorso anno, seria, per supportare la crescita, aiutare le fasce più deboli, dare slancio a chi produce e mettere soldi in tasca a famiglie e imprese».

In realtà, secondo le stime elaborate dallo stesso Governo, nell’anno in corso non sono state aiutate le “fasce più deboli”; al contrario, l’esecutivo – ad esempio abolendo il Reddito di cittadinanza – si è impegnato a produrre scientemente un aumento delle disuguaglianze di reddito tra gli italiani.

La prossima legge di Bilancio non sembra prospettarsi migliore sotto il profilo della sostenibilità sociale, ma neanche per quella ambientale.

«In questi giorni si discute della prossima legge di Bilancio e della difficoltà di trovare i miliardi che mancano attraverso tagli a servizi o a bonus fiscali, ma ben ci si guarda da discutere di intervenire sui Sussidi ambientalmente dannosi (Sad) che secondo i dati del ministero dell’Ambiente ammontano a 22,4 miliardi di euro l’anno», osservano nel merito gli ambientalisti del Wwf.

Ampliando il quadro d’osservazione, il Fondo monetario internazionale (Fmi) arriva a stimare che in Italia siano in vigore sussidi ai combustibili fossili (espliciti ma soprattutto espliciti) pari a 63 mld di dollari l’anno. Nella larga parte dei casi, la sola rimozione di tali sussidi implicherebbe un aumento del costo dei carburanti, ma il relativo gettito potrebbe essere usato per compensare e aiutare davvero le “fasce più deboli”.

In questo campo il fattore decisivo è la volontà politica, più che la mancanza di risorse: basti osservare che, come documenta un recentissimo studio della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, tutti i costi della transizione ecologica (stimati in circa 430 mld di euro l’anno nell’Ue) potrebbero essere agevolmente finanziati migliorando la progressività fiscale. In particolare, aumentando – assai blandamente – le tasse solo sull’1% degli europei più ricchi e sulle multinazionali.

Ma l’operato del Governo Meloni sembra muoversi in direzione diametralmente opposta a quella della sostenibilità sociale e ambientale. «Come se questo non bastasse – aggiungono dal Wwf – nei circa 16 miliardi di euro di definanziamenti al Pnrr decisi a luglio dal Governo ci sono, guarda caso, molti degli interventi che erano previsti per la prevenzione e l’adattamento al cambiamento climatico (soprattutto nel contrasto al dissesto idrogeologico), l’efficienza energetica dei Comuni, la rigenerazione urbana, la promozione di impianti rinnovabili innovativi, fino alla tutela e al miglioramento del verde urbano ed extraurbano».

Gli ambientalisti del Panda mettono poi l’accento sul Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) proposto dall’esecutivo, le cui versioni fin qui uscite «non mostrano il coraggio necessario per raggiungere gli obiettivi di uscita da tutti i combustibili fossili con conseguente passaggio alle fonti rinnovabili. Allo stesso modo non è stato ancora approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc)».

Il Wwf torna dunque a parlare di «scelte incomprensibili» da parte del Governo Meloni, come già accaduto a luglio durante il dibattito Ue sulla legge per il ripristino della natura.

«Il nostro Paese – concludono gli ambientalisti – continua a non mettere al primo posto dell’agenda politica i temi del contrasto alla crisi climatica e dell’adattamento ai cambiamenti già in corso. Anzi sembra quasi che  voglia mettere da parte, ignorare e persino negare la necessità di azioni non più rimandabili, facendo finta di non vedere le pesanti conseguenze sulle vite umane e sull’economia dovute alla inazione politica».