Dalla Commissione Ue via libera all’iniziativa dei cittadini europei

Tassare i ricchi per finanziare la transizione ecologica e sociale: al via la raccolta firme

Tassando annualmente fino al 5% gli europei che hanno un patrimonio superiore ai 5 milioni di euro, si potrebbero raccogliere quasi 250 mld di euro all'anno e ridurre la disuguaglianza

[12 Luglio 2023]

La Commissione europea ha reputato giuridicamente ammissibile l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) volta a “Tassare i grandi patrimoni per finanziare la transizione ecologica e sociale”, per la quale inizia ora la fase di raccolta firme.

Gli organizzatori dovranno raccogliere almeno 1 mln di firme in 7 Paesi europei – una volta avviata la raccolta, entro sei mesi, ci sarà 1 anni di tempo –, dopodiché la Commissione sarà tenuta a reagire e potrà decidere se dare o meno seguito alla richiesta, giustificando la decisione.

L’invito alla Commissione è quello di istituire un’imposta europea sui grandi patrimoni a vantaggio della transizione ecologica e sociale, contribuendo così alla lotta contro i cambiamenti climatici e alle disuguaglianze.

L’iniziativa è nata lo scorzo marzo, a partire da un gruppo di economisti, attivisti, politici e milionari che chiedono di essere tassati: László Andor (Ungheria), Marlene Engelhorn, (Austria), Lars Koch (Danimarca), Patrizio Laina (Finlandia), Aurore Lalucq (Francia), Paul Magnette (Belgio), Thomas Piketty (Francia) e Conny Reuter (Germania). In quell’occasione, più di cento membri del Parlamento europeo hanno chiesto all’Ue di introdurre una tassa progressiva sulla ricchezza estrema.

«L’Europa sta diventando sempre meno equa e ora sappiamo che i più ricchi della nostra società pagano meno tasse di tutti gli altri, poiché la loro ricchezza cresce e gran parte di essa è sottotassata o addirittura non tassata», argomenta Thomas Piketty.

Un’osservazione che vale anche per l’Italia, dove secondo le stime Oxfam lo 0,134% dei cittadini con grandi patrimoni erano titolari, a fine 2021, di un ammontare di ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri.

Una disuguaglianza estrema, raggiunta in barba alla Costituzione italiana, che specifica come l’intero sistema tributario debba essere caratterizzato da criteri di progressività. In realtà accade il contrario: il 5% degli italiani con redditi più alti paga infatti aliquote inferiori rispetto al 95% della popolazione, mentre la tassazione sui patrimoni è addirittura sempre regressiva.

Si tratta di un grosso problema anche per quanto riguarda la lotta alla crisi climatica, dato che l’1% degli europei più ricchi è responsabile del 7% delle emissioni di gas serra.

«I governi hanno una scelta semplice – commenta Lars Koch, direttore esecutivo di Oxfam Danimarca – Possono continuare a lasciare che i super ricchi si riempiano le tasche mentre la gente comune fa fatica a pagare le bollette, e le promesse di aiuti e finanziamenti per il clima non vengono mantenute. Oppure possono anteporre i bisogni di molti al lusso di pochi, e tassare i ricchi. Una tassa sul patrimonio può aiutare a invertire gli attuali livelli insostenibili di disuguaglianza e sbloccare i miliardi necessari per le persone e il pianeta. È ciò di cui abbiamo bisogno per un’Europa e un mondo più giusti».

Secondo i dati messi in fila da Oxfam, basterebbe una piccola tassa europea annuale strutturata per fasce di ricchezza –  2% su chi ha patrimoni superiori a 5 milioni di euro, 3% per i patrimoni sopra i 50 mln di euro e 5% sui miliardari – per garantire un gettito di quasi 250 miliardi di euro, ovvero più dell’intero Pnrr italiano.