La lettera aperta al G20 di 300 milionari, leader politici, economisti e premi Nobel

La risposta alla crisi climatica e alla disuguaglianza passa per una tassa sui super-ricchi

«Se non si riuscirà a tassare efficacemente le grandi ricchezze, il risultato sarà un indebolimento dell’economia globale, il declino delle istituzioni democratiche e l’aggravarsi di disordini sociali»

[6 Settembre 2023]

In vista del G20 che si riunirà in India questo fine settimana, una lettera aperta firmata da circa 300 milionari, economisti di fama mondiale e importanti rappresentanti politici, chiede ai leader di raggiungere al più presto un nuovo accordo internazionale sulla tassazione dei grandi patrimoni.

«Tassando i super-ricchi si possono trovare le risorse necessarie per affrontare le grandi sfide del nostro tempo», si legge nella missiva.

L’iniziativa è promossa da Oxfam, Patriotic millionaires, Institute for policy studies, Earth 4 all e Millionaires for humanity, partendo da un semplice dato di fatto.

Nell’ultimo decennio i miliardari del pianeta hanno più che raddoppiato i propri patrimoni, passati da 5.600 a 11.800 miliardi di dollari. Una dinamica che sta accelerando: i patrimoni dei miliardari sono aumentati al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno nell’ultimo triennio.

Al contempo, per la prima volta da decenni la povertà estrema è in aumento e quasi due miliardi di persone vivono in Paesi – tra cui l’Italia – in cui l’inflazione ha superato la crescita dei salari.

Eppure, su scala globale, per ogni dollaro di gettito fiscale solo 4 centesimi provengono da imposte patrimoniali e con le regole attuali metà dei milionari del mondo non sarà assoggettata ad alcuna imposta di successione, potendo trasferire, esentasse, una ricchezza pari a 5 mila miliardi di dollari ai propri eredi.

Basti osservare che tra le economie più floride dell’area Ocse, in media, l’aliquota marginale più alta sui redditi personali è passata dal 58% del 1980 al 44% del 2016 (o anni più recenti); l’aliquota della tassazione dei dividendi percepiti dalle persone fisiche è passata dal 61% al 42%; in media (su 117 Paesi) l’aliquota dell’imposta sulle rendite finanziarie si attesta oggi ad appena il 18%.

Come ricorda l’appello ai leader del G20, l’estrema concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi rappresenta «un disastro economico per l’ambiente e per il rispetto dei diritti umani che minaccia la stabilità politica in tutto il mondo. Decenni di riduzione delle tasse per i più ricchi, basata sulla falsa promessa che della ricchezza ai vertici avremmo beneficiato tutti, hanno contribuito ad acuire le disuguaglianze, portandole a livelli allarmanti».

In Italia, ad esempio, i poveri sono triplicati dal 2005; al contempo, la ricchezza dello 0,1% degli italiani più ricchi è raddoppiata (e quella dello 0,01% triplicata) dalla metà degli anni ’90, mentre quella posseduta dalla metà più povera del Paese è calata dell’80%. Eppure, il quadro fiscale italiano è solo blandamente progressivo, e non lo è per niente per lo 0,1% dei più ricchi.

«Se non si riuscirà a tassare efficacemente le grandi ricchezze, il risultato sarà un indebolimento dell’economia globale, il declino delle istituzioni democratiche e l’aggravarsi di disordini sociali. Il G20 deve agire», sottolinea nel merito Morris Pearl, presidente dei Patriotic millionaires ed ex amministratore delegato di BlackRock.

Insieme a lui, a firmare la lettera spiccano tra gli altri l’ereditiera e filantropa Abigail Disney, gli ex premier di Romania, Croazia, Repubblica Ceca e Bulgaria, l’ex presidente dell’Assemblea generale Onu Maria Espinosa ed economisti del calibro di Gabriel Zucman, Joseph Stiglitz, Thomas Piketty, Jayati Ghosh, Kate Raworth, Jason Hickel e Lucas Chancel.

«Esistono tante proposte di tassazione della ricchezza avanzate da parte di alcuni dei più importanti economisti al mondo. L’opinione pubblica è favorevole alla tassazione degli ultra-ricchi. Lo siamo anche noi – conclude la lettera – Ora manca solo la volontà politica per fare concreti passi in avanti. È ora che la troviate».

Tra gli esempi di tassazione della ricchezza utili allo sviluppo sostenibile segnaliamo in particolare quello proposto nelle scorse settimana in uno studio pubblicato dalla Scuola Superiore Sant’Anna, che mostra come sia possibile finanziare integralmente la necessaria transizione ecologica in Ue facendo pagare il conto tassando (blandamente) l’1% degli europei più ricchi.

Nello stesso solco si muove l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) volta a introdurre in Europa una tassa sui grandi patrimoni, che si propone di raccogliere quasi 250 mld di euro l’anno tassando fino al 5% gli europei che hanno un patrimonio superiore ai 5 mln di euro. «Presto partirà la relativa raccolta firme», assicura Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia.