Arezzo, a che punto è la gestione rifiuti nel Polo di San Zeno

Palazzini: «Il nostro impianto rappresenta un’opportunità che poche altre province possono vantare, il biodigestore immette biogas in rete per un valore di circa 100/120 euro l’ora»

[4 Gennaio 2024]

Il Comune di Arezzo ha avviato uno studio olfattometrico per fare chiarezza in merito alle maleodoranze che da tempo ormai ammorbano alcune frazioni, e che alcuni cittadini attribuiscono al Polo impiantistico di San Zeno.

Nell’area vengono gestiti e valorizzati rifiuti di derivazione urbana, grazie all’attività della partecipata pubblica Aisa impianti. Nonostante ad oggi non ci siano prove che colleghino l’importante disagio olfattivo all’attività del Polo, la società sta attuando vari accorgimenti per ridurre al minimo il proprio impatto: dall’intensificazione dei controlli a investimenti per 1,5 mln che, nel corso di quest’anno, porteranno all’installazione di nuovi biofiltri.

«Il nostro impianto – spiega oggi Francesco Palazzini, capogruppo FdI in Consiglio comunale – rappresenta un’opportunità che poche altre province possono vantare, un vero e proprio fiore all’occhiello del sistema di recupero del rifiuto che ci permette di essere autonomi, progettare nuovi sviluppi per il futuro e generare risparmi notevoli per i cittadini, in controtendenza con gli aumenti che colpiscono tutta Italia».

Complessivamente, nel Polo impiantistico operano un impianto per la selezione delle frazioni secche (a partire dal multimateriale, come nel caso delle plastiche) da avviare a riciclo, un termovalorizzatore per valorizzare energeticamente le frazioni secche non riciclabili, e un nuovo biodigestore anaerobico per ricavare biometano e compost dai rifiuti organici della raccolta differenziata.

Nell’area è in corso l’attuazione di un articolato piano industriale che prevede di realizzare una nuova linea di termovalorizzazione da 75mila t/a ma, finché non sarà completata, resterà attiva l’attuale linea da 45mila t/a.

«Stiamo parlando di un’azienda che recupera energia dai rifiuti sul libero mercato esattamente come i migliori impianti italiani (Trentino, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, ecc)», argomenta Palazzini; i rifiuti urbani, una volta trattati in impianti intermedi come i Tmb, diventano infatti rifiuti speciali che è possibile affidare al mercato.

«Ricordo ai cittadini – continua il capogruppo FdI – che il mantenimento in attività della linea termica attuale da 45 mila tonnellate permetterà di risparmiare oltre 2 milioni di euro di costi di demolizione e 1 milione l’anno di fermo impianto per manutenzione. Chi oggi avanza critiche è favorevole o no alla termovalorizzazione degli scarti che evidentemente sono cresciuti e tanti problemi creano, oppure si augura che vadano a finire in altri impianti attraverso camion maleodoranti, molto poco “eco friendly”? Che visione hanno le minoranze per il futuro del ciclo dei rifiuti? Possiamo gestire questo problema come un risorsa o dobbiamo affidarci a sistemi basati su discariche».

Ma se la nuova linea di termovalorizzazione deve ancora essere ultimata, il biodigestore anaerobico è già all’opera da mesi: «È in produzione e immette biogas per un valore di circa 100/120 euro l’ora in rete – conferma Palazzini – Il sistema di compostaggio che serve per trattare la parte umida dei rifiuti è da 70mila tonnellate, non a caso si chiama Verde70».

L’impianto è in grado di trattare sia la frazione organica della differenziata (Forsu) sia sfalci e potature del verde; per l’uso compost Amelia sono già in essere convenzioni con realtà agricole del territorio, in modo da chiudere il cerchio dell’economia circolare a livello locale.

Tutte attività che stanno coinvolgendo in modo crescente la cittadinanza, grazie ad un’intesa attività fatta di comunicazione, open day e divulgazione scientifica.

«Basti ricordare la campagna informativa “Zero spreco” – conclude Palazzini – con la quale Aisa ha raggiunto ogni fascia della popolazione servita, è inoltre sede di convegni e corsi di formazione e collabora con università e scuole di ogni ordine e grado».