La prima relazione del commissario Dell’Acqua presentata a Palazzo Chigi

Siccità, alla Cabina di regia nazionale ammesse opere idriche per 13,5 miliardi di euro

Ma al momento non ci sono risorse, i primi interventi finanziati si fermano a 102 milioni di euro: parte la caccia ai fondi

[20 Marzo 2024]

Mentre in Sicilia sono già in corso razionamenti dell’acqua, la Cabina di regina nazionale contro la siccità – a quasi un anno dall’insediamento – ha presentato ieri la prima relazione d’aggiornamento.

La Cabina di regia, presieduta dal ministro Matteo Salvini e con commissario Nicola Dell’Acqua, si è riunita a Palazzo Chigi individuando le principali cause della siccità nei cambiamenti climatici, oltre che nella frammentazione di competenze amministrative e gestionali in campo.

Per affrontare il problema è stato presentato il Piano nazionale d’interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pnissi), che contiene 562 proposte ammesse tra le 773 presentate dalle varie Regioni d’Italia (solo dalla Toscana ad esempio ne sono arrivate 255), per un valore di 13,5 miliardi di euro.

Al momento non è chiaro però quante siano le risorse su cui poter effettivamente contare per finanziare il Piano. Salvini ha chiesto ai ministeri riuniti a Palazzo Chigi – Protezione civile, Agricoltura e Affari europei, oltre ai Trasporti – di «comunicare le risorse disponibili non ancora assegnate e ha condiviso i criteri per scegliere gli interventi da inserire, prendendoli tra quelli presentati al Mit. Il ministro – spiegano dal dicastero – si è impegnato a presentare alla Cabina di regia entro aprile il piano straordinario per poi approvarlo entro giugno».

È difficile però pensare di poter raggranellare 13,5 mld di euro semplicemente pescando tra le risorse già disponibili e non assegnate dai ministeri coinvolti, senza lo stanziamento di nuovi fondi appositamente dedicati a contrastare la siccità.

Per il momento restano infatti le briciole. In Cabina di regia è stato approvato l’affidamento al commissario Dell’Acqua del coordinamento attuativo dei primi interventi per complessivi 102 milioni di euro: Canale Regina Elena e diramatore Alto Novarese (Piemonte), Lago d’Idro (Lombardia), Adeguamento della barriera antisale alla Foce dell’Adige (Veneto), Cer-Canale Emilia Romagna, Interconnessione per il riutilizzo dell’impianto di depurazione di Fregene (Lazio).

Oltre agli interventi sui territori, la relazione del commissario si è incentrata sulla proposta di «azioni immediate» sotto il profilo amministrativo: la redazione dei bilanci idrici in tempo reale da parte degli Osservatori distrettuali permanenti; l’accelerazione delle nuove opere e la redazione di un Piano della siccità di adattamento al cambiamento climatico; lo studio di una nuova governance per l’Approvvigionamento idrico primario (inteso come l’insieme delle infrastrutture idriche a monte dei settori di impiego dell’acqua); il coordinamento dello studio sulle proiezioni climatiche a cura degli Enti meteo nazionali, necessario per la pianificazione.

Tra le altre priorità già indicate lo scorso luglio dal commissario, spicca l’urgenza di riportare alla piena capacità gli invasi già esistenti lungo il Paese, nei quali si stima siano presenti volumi non impiegati capaci d’incamerare ben 6,2 mld di mc d’acqua.

Uno spreco che non ci possiamo permettere, in un Paese come il nostro che «sta diventando povero d’acqua», come sottolineato dallo stesso commissario. Per lo stesso motivo è urgente investire sull’ammodernamento degli acquedotti, che perdono il 41,8% dell’acqua immessa in rete prima che arrivi ai rubinetti.

A causa della crisi climatica, nell’ultimo trentennio climatologico 1991-2020 la disponibilità d’acqua in Italia è già diminuita del 20%, rispetto al periodo 1921-1950, e se non si porrà un freno alle emissioni di gas serra potremmo perdere un altro 40-90% entro fine secolo. In un simile contesto, ogni goccia d’acqua rappresenta un tesoro da tutelare.