Dopo l’alluvione in Emilia Romagna, al via la Cabina di regia contro la siccità

Ma secondo il ministro Salvini per migliorare la sicurezza idraulica serve «disboscare montagne e dragare fiumi»

[5 Maggio 2023]

Passata l’ennesima alluvione, che ha provocato due vittime e centinaia di sfollati, il Governo ha firmato la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale richiesto dall’Emilia-Romagna – dove è appena iniziata la conta dei danni –, e allo stesso tempo ha riunito stamani la neonata Cabina di regia contro la siccità.

Una coincidenza che manifesta appieno i due volti della crisi climatica in corso, dove all’aridità si alternano le bombe d’acqua: solo nell’ultimo anno, gli eventi meteo estremi in Italia sono aumentati del 55%.

«Nell’esprimere dolore per le vittime del maltempo e vicinanza agli evacuati dell’alluvione in Romagna, non possiamo che ribadire come esondazioni e siccità siano le due facce di un’unica medaglia, che si chiama difesa idraulica del territorio e per la quale da anni mancano adeguati investimenti, quantomai importanti di fronte ai cambiamenti climatici», sottolinea Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei Consorzi di bonifica (Anbi).

Tale consapevolezza sembra però mancare all’interno del Governo, tanto che la presidente Meloni ha nominato a presiedere la Cabina di regia sulla siccità il ministro Salvini, che nel corso degli anni ha manifestato più e più volte una posizione negazionista sulla crisi climatica.

Anche ieri, annunciando la riunione odierna della Cabina di regia, il leader della Lega ha spiegato che si sarebbe trattato – viste le criticità legate all’alluvione in Emilia-Romagna – di una riunione «sull’emergenza idrica» in generale, piuttosto che sulla sola siccità.

Non ha speso però una parola per spiegare come questi eventi meteo estremi stiano crescendo in frequenza ed intensità proprio a causa della crisi climatica – legata alle emissioni di gas serra dovute all’impiego dei combustibili fossili –, legando invece tali fenomeni a problemi meramente infrastrutturali se non a fattori addirittura controproducenti. Ad esempio disboscare le montagne, come fa notare Angelo Bonelli, dell’Alleanza Verdi e Sinistra.

«Se non fai opere idrauliche per trattenere l’acqua quando piove e lasciarla uscire quando serve, se non draghi i fiumi, pulisci i torrenti e disboschi le montagne – ha infatti affermato ieri Salvini –, è chiaro che è un problema». Peraltro non solo disboscare le montagne, ma anche dragare indiscriminatamente i fiumi è tra le concause (non tra le soluzioni) di una bassa sicurezza idraulica.

Aspetti su cui dovrebbe invece essere meglio informato il nuovo Commissario nazionale contro la siccità, che il Consiglio dei ministri ha nominato ieri: Nicola Dell’Acqua. Dal 2020 direttore di Veneto agricoltura e già direttore generale di Arpa Veneto, Dell’Acqua sarà chiamato a mettere in campo, in via d’urgenza, gli interventi indicati dalla Cabina di regia. Resterà in carica almeno fino al termine dell’anno, con possibilità di proroga fino al 31 dicembre 2024.

Nel frattempo, oggi il ministero delle Infrastrutture ha messo a disposizione, nell’ambito della Cabina di regia, poco più di 102 mln di euro per interventi urgenti in 5 Regioni italiane: 33,1 mln per nuove opere di regolazione del lago d’Idro in Lombardia, 22 mln per l’adeguamento dello sbarramento antisale alla foce dell’Adige in Veneto, 27,8 mln per interventi di manutenzione straordinaria in Piemonte (in particolare sul Canale Regina Elena e sul Diramatore Alto Novarese), 13,1 mln per interventi sul Canale Emiliano Romagno, e 6 mln per migliorare l’impiego dell’impianto di depurazione di Fregene.