Nella centrale idroelettrica di Bargi una tragedia che le rinnovabili non possono permettersi

Si tratta di tecnologie sicure con zero decessi segnalati dall’Inail nell’ultimo quinquennio, mentre l’Italia conta oltre mille morti l’anno sul lavoro

[10 Aprile 2024]

Ha assunto rapidamente i contorni della tragedia l’incidente avvenuto attorno alle 15 di ieri presso la centrale idroelettrica di Bargi (BO), sulle rive del lago di Suviana, per un’esplosione all’ottavo piano interrato dell’impianto.

Lo scoppio ha interessato una turbina, causando crolli e parziale allagamento della struttura. Sono rimasti coinvolti 15 operatori: a ora si contano 3 morti, 5 feriti e 4 dispersi, con assai scarse speranze di ritrovarli ancora in vita.

«Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel green power – spiega la società, il più grande operatore privato al mondo nel comparto delle rinnovabili – aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, Abb e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo. Enel green power sarà vicina in ogni modo ai feriti e alle famiglie delle vittime», e sta «collaborando con tutte le autorità competenti».

Sul posto sono intervenuti oltre 100 vigili del fuoco, con le operazioni di soccorso e ricerca che stanno continuando ancora oggi. «L’esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana è una tragedia che lascia senza parole e che ha sconvolto nel profondo tutta la comunità emiliano-romagnola – dichiara il presidente Stefano Bonaccini, che ieri ha ricevuto anche una telefonata di cordoglio dal presidente Mattarella – Bisognerà conoscere le ragioni di quanto successo. Adesso il dolore sovrasta ogni cosa, ma non dimentichiamoci che la sicurezza sul lavoro deve diventare nei fatti la priorità per il Paese».

Cgil e Uil, che avevano già indetto uno sciopero generale di 4 ore per la giornata di domani 11 aprile, incentrato proprio sulla sicurezza sul lavoro, l’hanno raddoppiato a 8 ore in Emilia-Romagna.

«Siamo di fronte all’ennesima strage – commenta nel merito il segretario della Cgil, Maurizio Landini – Ogni giorno muoiono in media 3 persone, ogni mese poi succedono cose di questa natura con più morti, siamo un Paese con più di mille morti all’anno sul lavoro».

In un contesto tanto drammatico, le fonti rinnovabili si mostrano però molto sicure. Guardando in particolare all’idroelettrico, dal quale nell’ultimo anno è arrivata oltre un terzo dell’elettricità italiana prodotta dalle rinnovabili, il più recente rapporto Inail – così come il portale Uil #zeromortisullavoro –  non fa menzione di alcun decesso nell’ultimo quinquennio analizzato (2017-21).

Servirà dunque indagare a fondo sulle cause che hanno portato all’incidente, per dare giustizia a vittime e feriti, e per evitare che simili casi possano ripetersi in futuro; le fonti rinnovabili tutte rappresentano i pilastri della transizione ecologica e della sicurezza energetica – fronti sui quali l’Italia è drammaticamente in ritardo –, e il Paese deve essere messo nelle condizioni di potervi fare sempre maggiore affidamento. Idroelettrico compreso.

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  • BARGI (BO) - ESPLOSIONE CENTRALE IDROELETTRICA, 100 VIGILI DEL FUOCO IMPEGNATI NEI SOCCORSI