Tra l’Autorità per la laguna di Venezia e la presidenza Rossetto restano solo Meloni e Corte dei conti

C’è il via libera delle commissioni parlamentari, ma le forze di opposizione e la società civile contestano la scelta

[5 Febbraio 2024]

Il 71enne architetto e urbanista Roberto Rossetto è a un passo dalla presidenza dell’Autorità per la laguna di Venezia, che da quasi quattro anni è senza guida.

Nei giorni scorsi  la proposta di nomina, avanzata dal ministro delle Infrastrutture (Salvini) d’accordo con quello dell’Ambiente (Pichetto) e col sostegno di Comune (sindaco Brugnaro) e Regione (presidente Zaia), è stata sottoposta all’esame delle commissioni parlamentari di Camera e Senato, in seno alle quali la maggioranza di governo si è espressa favorevolmente.

Molti invece i dubbi sollevati dalle forze di opposizione – in particolare Pd, Verdi e M5S – come anche dalla società civile, con Andreina Zitelli, già docente di Analisi e valutazione ambientale all’Università Iuav di Venezia a ricordare come tale nomina sembri contrastare platealmente i requisiti di legge richiesti per la presidenza.

Si tratta di dubbi già sollevati lo scorso anno su queste colonne, dato che l’art. 95 del dl 104/2020 che istituisce l’Autorità impone altro, per la scelta del presidente: deve ricadere «tra persone che abbiano ricoperto incarichi istituzionali di grande responsabilità e rilievo,e dotate di alta e riconosciuta competenza ed esperienza nei settori nei quali opera l’Autorità».

Incarichi che non sembrano essere presenti nel curriculum di Rossetto, senza contare che essendo in pensione la sua nomina pare in contrasto con le disposizioni di legge contenute nell’art. 5, comma 9, del Dl n. 95 del 2012 (legge Madia).

Eppure oltre tre anni fa proprio il ministro delle Infrastrutture aveva emanato un interpello per cercare candidati alla presidenza dell’Autorità, provando così a pescare tra i migliori professionisti disponibili all’interno della Pubblica amministrazione. Forze interne allo Stato. Sembra impossibile che non vi fossero candidature autorevoli disponibili, rafforzando l’incomprensibilità di una scelta esterna.

Per un’eventuale retromarcia non è ancora tardi. Dopo il via libera delle commissioni parlamentari è necessario ancora un decreto della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e soprattutto il placet finale della Corte dei conti.

Arrivare a un’eventuale bocciatura da parte di tale organo di rilievo costituzionale sarebbe però uno schiaffo sia per l’iter politico che ha sostenuto la candidatura di Rossetto, sia soprattutto per la città di Venezia.