A Taiwan 30 volte meno morti che a L’Aquila, con un terremoto 30 volte più potente

Al contrario dell'Italia, l'isola ha capito l'importanza della prevenzione. Doglioni (Ingv): «L'edilizia antisismica di Taiwan si è dimostrata molto avanzata»

[4 Aprile 2024]

Almeno 10 persone sono morte a causa del terremoto che ha colpito ieri l’isola di Taiwan, altre decine sono ancora disperse e si conta un migliaio di feriti.

Si tratta di un bilancio drammatico, ma che avrebbe potuto comportare risvolti ben peggiori considerando che la scossa di magnitudo 7.4 – la più intensa per Taiwan da un quarto di secolo – è stata circa 30 volte più forte di quella che nel 2009 ha colpito L’Aquila.

Il terremoto che ha colpito l’Abruzzo arrivò infatti a magnitudo 6.3, una differenza che può sembrare piccola ma in realtà è enorme, dato che quella Richter è una scala logaritmica, dove a ogni aumento di 1 grado corrisponde un rilascio di energia 30 volte maggiore rispetto al grado precedente.

A Taiwan dunque «la scossa è stata 30 volte più forte di quella registrata a L’Aquila nel 2009 – conferma all’Ansa Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Di eventi come questi ne avvengono circa una quindicina all’anno nel mondo».

La differenza tra il caso abruzzese e quello taiwanese, in termini di vite umane perse, mostra però la grande differenza che possono fare gli investimenti in prevenzione antisismica.

A seguito del terremoto a L’Aquila morirono 309 persone, ovvero trenta volte di più di quelle decedute a Taiwan, nonostante in quest’ultimo caso la scossa fosse trenta volte più potente: «L’edilizia antisismica di Taiwan – osserva nel merito Doglioni – si è dimostrata molto avanzata».

L’isola ha infatti accolto al meglio il doloroso insegnamento impartito nel 1999, quando un terremoto di magnitudo 7.7 provocò almeno 2.300 vittime. Al contrario, nel nostro Paese gli investimenti in prevenzione antisismica non sono (ancora) una priorità.