L’area attenzionata dagli ambientalisti copre 70 Comuni, compreso Torino

Greenpeace, in Piemonte per 125mila persone rischio acqua potabile inquinata da Pfas

«Potrebbero aver bevuto Pfoa, una molecola classificata come cancerogena»

[6 Febbraio 2024]

Dopo un’analoga indagine condotta nei mesi scorsi in Lombardia – e prima ancora in Veneto – Greenpeace ha pubblicato oggi un nuovo rapporto dedicato all’inquinamento da Pfas nell’acqua potabile del Piemonte.

I Pfas sono composti poli e perfluoroalchilici, noti come “inquinanti eterni”: sostanze chimiche di sintesi utilizzate in un’ampia varietà di applicazioni di uso comune grazie alle loro proprietà idro- e oleo-repellenti oltre che ignifughe, dai rivestimenti delle scatole dei fast food e delle pentole antiaderenti, alle schiume antincendio.

Una volta dispersi nell’ambiente però i Pfas si degradano in tempi lunghissimi, contaminando fonti d’acqua e coltivazioni: l’esposizione ai Pfas è stata associata a una serie di effetti negativi sulla salute, tra cui problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.

Secondo Greenpeace, in Piemonte «circa 125 mila persone» potrebbero aver bevuto acqua contaminata da Pfoa, una molecola del gruppo dei Pfas classificata come cancerogena per gli esseri umani.

Si tratta di una stima realizzata a partire dai dati ufficiali degli enti pubblici piemontesi ottenuti dall’organizzazione ambientalista tramite istanze di accesso agli atti, e riguarda molte zone della città metropolitana di Torino, con oltre 70 comuni coinvolti, incluso il capoluogo.

Oltre ai dati ottenuti dagli enti pubblici, Greenpeace ha effettuato dei campionamenti indipendenti che hanno evidenziato la presenza di Pfas anche in aree non ancora monitorate e «in particolare nel Comune di Galliate, nel novarese», dove l’organizzazione ambientalista ha trovato concentrazioni di Pfos che «in altre nazioni non sono ritenute sicure per la salute umana».

«Per anni si è ritenuto che la contaminazione da Pfas in Italia interessasse solo il Veneto o la zona dell’alessandrino in Piemonte, aree che hanno ospitato o ospitano tuttora stabilimenti industriali dedicati alla produzione di queste pericolose molecole», spiega il responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, Giuseppe Ungherese, con l’associazione ambientalista che osserva come in Piemonte abbia sede l’unica produzione ancora attiva di questi composti in Italia, ovvero il polo chimico di Solvay Specialty Polymers a Spinetta Marengo (Alessandria).

«Chiediamo alle istituzioni locali un’operazione di trasparenza – conclude Ungherese – per mettere al corrente la cittadinanza di tutti i dati in proprio possesso sulla contaminazione da Pfas e, parallelamente, di intervenire con urgenza sulle fonti inquinanti. Viste le numerose evidenze scientifiche sulla pericolosità per la salute umana di queste sostanze anche a basse concentrazioni, chiediamo al Governo, ai ministeri e al Parlamento un bando dell’uso e della produzione dei Pfas. Abbiamo tutte e tutti diritto di bere acqua pulita e priva di Pfas. È compito delle istituzioni fare in modo che ciò accada».