Iscrizioni aperte fino al 31/12 per i giovani diplomati under35, quattro i corsi disponibili

Nei laboratori dell’Its Energia e Ambiente si forma la classe media di domani

Bravi: «Le imprese hanno grande necessità di nuovi lavoratori per alimentare la transizione ecologica, ma che siano adeguatamente formati»

[3 Novembre 2023]

Nell’ultimo decennio 452mila giovani italiani sono emigrati all’estero per mancanza di opportunità nel proprio Paese, mentre altri 1,7 milioni di quelli rimasti oggi non studiano né lavorano. Si tratta di un’enorme spreco di risorse umane, oltre che un’ipoteca sullo sviluppo sostenibile del Paese.

Lo sviluppo degli Istituti tecnici superiori (Its) può rappresentare uno strumento per dare ai giovani nuove opportunità di lavoro qualificato, e con esse una speranza di costruire il proprio futuro nei territori dove sono nati?

«Il sistema Paese sta scommettendo molto sugli Its – risponde Emiliano Bravi, vicepresidente della Fondazione Its Energia e Ambiente – con 1,5 miliardi di euro inseriti nel Pnrr dedicati a finanziarne lo sviluppo. Gli Its rappresentano infatti un importante anello di congiunzione tra i diplomati e il mondo del lavoro, offrendo un’opportunità di formazione alternativa alla laurea e basata sulle effettive esigenze occupazionali del tessuto produttivo locale».

Che tipo di formazione offrono gli Its?

«Le imprese hanno grande necessità di nuovi lavoratori per alimentare la transizione ecologica, ma che siano adeguatamente formati. Ad oggi nel mercato del lavoro non c’è grande difficoltà a reperire figure di vertice e neanche quelle meno qualificate, ma c’è forte difficoltà nelle categorie di mezzo: dai dirigenti intermedi agli operai specializzati, dal capo turno al responsabile di settore. Gli Its si propongono proprio di formare la classe media di domani, che è poi la struttura portante delle imprese come della società».

Quali prospettive offre in particolare l’Its Energia e Ambiente?

«Con l’emergenza energetica dello scorso anno, sono cresciuti l’interesse e l’attenzione dei giovani per Energia e Ambiente e per le nuove professioni del settore. Oggi i ragazzi percepiscono di poter avere un ruolo da protagonisti, in chiave green ed energetica, dei cambiamenti che stanno interessando le nostre economie e hanno iniziato a sviluppare un approccio realistico al tema, guardando al settore come un ambito capace di fornire loro concrete chance occupazionali.

Abbiamo assistito ad una continua e crescente richiesta di tecnici specializzati anche da parte non solo di imprese di settore, partner della nostra Fondazione, ma anche di altre aziende che appartengono a filiere produttive diverse. La trasversalità e la crescente strategicità del tema si riflette nel tasso di occupabilità dei nostri diplomati, che negli ultimi anni per oltre l’85-90% trovano contratti a tempo indeterminato, una volta ottenuto il diploma in Tecnico superiore».

Quali sono i corsi che la Fondazione propone in partenza quest’anno, ed entro quando è possibile fare domanda per iscriversi?

L’offerta formativa continua a crescere, e quest’autunno sono in avvio quattro corsi di durata biennale, comprendenti sia lezioni in aula sia centinaia di ore di stage: Ambiente 23, incentrato su monitoraggio ambientale ed economia circolare; Energy4Industry 23, declinato sull’efficienza energetica per l’Industria 4.0; Energy manager 23, che si concentra su smart city e Comunità energetiche rinnovabili; Sustainability manager 23, che guarda alla sostenibilità dell’intero ciclo produttivo.

Tutti questi corsi sono in partenza proprio in questi giorni, ma visto il grande interesse suscitato sul territorio abbiamo deciso di riaprire le candidature fino a fine anno».

Oltre ai corsi stanno crescendo anche le sedi Its dove gli studenti possono frequentarli?

«Sì, per quanto riguarda il corso Sustainability manager abbiamo inaugurato proprio pochi giorni fa la nuova sede di Montevarchi, la prima nel Valdarno. Si tratta di un progetto sperimentale che abbiamo avviato concentrando l’offerta formativa sulle peculiarità produttive di quell’area – lavorazione dell’oro e moda, soprattutto – grazie alle richieste che ci sono arrivate da aziende del calibro di Prada, che vanno ad aggiungersi ai nostri partner storici come Enel green power, Alia, Sienambiente, Sei Toscana, Publiacqua, Estra.. tutte realtà attive nell’ambito delle fonti rinnovabili o dei servizi pubblici locali, veri capisaldi della transizione ecologica».

All’orizzonte ci sono nuove prospettive di sviluppo per l’Its Energie e Ambiente?

«Ad oggi in Toscana ci sono nove Its, e su questi la Regione intende fare leva per erogare un’offerta formativa di qualità su tutto il territorio. In quest’ottica noi abbiamo già preso contatti con l’area sud – Piombino e provincia di Grosseto – e guardiamo con grande interesse anche alla costa come al nord della regione. Siamo già presenti a Firenze e stiamo lavorando per attivare presto un presidio anche a Prato. Un percorso di progressivo sviluppo che può essere alimentato anche dai fondi Pnrr: il ministero ci ha già affidato risorse per 3,4 mln di euro, che abbiamo messo a frutto nelle nuove sedi come nei laboratori, e stiamo lavorando affinché nei prossimi mesi ne possano arrivare altrettanti».