Mobilità sostenibile, Legambiente promuove la tramvia di Firenze. Ma ancora troppe auto

Cecchi: «Negli altri capoluoghi toscani mancano investimenti in tal senso, e si continuano a progettare infrastrutture stradali dannose come gli "assi viari" a Lucca»

[6 Marzo 2024]

In un Paese come l’Italia dove nell’ultimo anno non è stato inaugurato 1 solo km di nuove linee tramviarie, Firenze rappresenta uno dei pochi territori che guarda al futuro.

Il nuovo rapporto di Legambiente Pendolaria – Speciale aree urbane promuove infatti la tramvia fiorentina, e in particolare i lavori per le nuove linee 2 (Lavagnini-San Marco), 3 (Libertà-Bagno a Ripoli),  4.1 (Leopolda-Le Piagge) e  4.2 (Le Piagge-Campi Bisenzio).

Per queste due ultime linee, a inizio anno la Regione Toscana ha presentato investimenti complessivi per 573 mln di euro, cui se ne aggiungono altri 223 per portare la tramvia fino a Sesto Fiorentino.

In totale, una volta ultimati i lavori, la tramvia fiorentina «avrà una lunghezza complessiva di 27,3 km per un costo approssimativo di 1 miliardo di euro», spiegano dal Cigno verde regionale. Ma i lavori sono stati finanziati con fondi stanziati precedentemente o con l’attivazione di nuovi prestiti, dato che il Governo Meloni sta tagliando le risorse per la mobilità sostenibile.

Con la legge di Bilancio 2024, approvata nel dicembre scorso, per la prima volta dal 2017 non si prevedono fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per la ciclabilità e la mobilità dolce.

«Con la realizzazione in corso della rete tramviaria, Firenze è positivamente in controtendenza rispetto alla staticità nazionale e regionale sulle infrastrutture per la mobilità urbana su ferro – spiega Lorenzo Cecchi, responsabile Mobilità sostenibile di Legambiente Toscana – Negli altri capoluoghi toscani mancano investimenti in tal senso, e in alcuni casi si continuano a progettare infrastrutture stradali obsolete e dannose come gli “assi viari” a Lucca».

Anche in Toscana permangono dunque molteplici difficoltà, a partire dall’eccessiva motorizzazione. In media, in Italia si contano 666 auto ogni 1.000 abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna; in Toscana si va ancora oltre, con 719 auto private ogni 1000 abitanti, in continua crescita secondo i tassi di motorizzazione al 2022.

A pesare su questa scelta è la man­canza di interconnessioni tra le varie linee di tra­sporto di massa, di trasporto pubblico locale e di mobilità dolce.

«Le città toscane – argomenta Cecchi – dovrebbero avere più cura della mobilità pedonale e ciclabile e della mobilità elettrica condivisa, redistribuendo progressivamente lo spazio urbano, e ridurre la domanda di mobilità  avendo come obiettivo il modello policentrico di città 15 minuti».

Infine,  il rapporto legambientino apre anche un focus su linee cruciali per la mobilità ferroviaria toscana, come Firenze-Prato-Pistoia e Firenze-Livorno-Lucca, che dovrebbe essere potenziato migliorando il servizio lungo le linee esistenti, attraverso investimenti in tecnologie, alcuni interventi di raddoppio dei binari e magari la possibilità di utilizzare le nuove linee ad alta velocità anche per alcuni convogli pendolari, realizzando nuove stazioni.