Nel 2024 il Pil italiano è stimato a +0,8%, mentre in Ue crescerà quasi il doppio (+1,4%)

La Commissione Ue taglia le stime di crescita del Pil, incide la crisi climatica

«Pesano sulle prospettive i crescenti rischi climatici, mostrati dalle condizioni meteo estreme con incendi e inondazioni senza precedenti durante l’estate»

[11 Settembre 2023]

Nonostante la corsa dell’inflazione inizi a rallentare, stimata al 6,5% nel 2023 e al 3,2% nel 2024, le nuove previsioni economiche elaborate dalla Commissione Ue mostrano un’economia in affanno, rispetto alle stime della scorsa primavera.

Il Pil dell’Ue viene prospettato in crescita dello 0,8% quest’anno e dell’1,4% nel 2024, ma in Italia la frenata è ancora più evidente: nel 2023 il Prodotto interno lordo nazionale dovrebbe crescere dello 0,9%, mentre nel 2024 l’attesa si ferma a +0,8%, quasi la metà del dato medio Ue.

Un crollo che parte da lontano. «La crescita economica dell’Italia ha iniziato a rallentare lo scorso anno – spiegano da Bruxelles – arrestando la ripresa post-pandemia che aveva portato la crescita al 7% nel 2021 e al 3,7% nel 2022. Dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre, trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell’edilizia. A questo sviluppo ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia».

In altre parole, sta sparendo più l’apporto all’economia assicurato da superbonus e cessione dei crediti edilizi, strozzati dal Governo Meloni e ancor prima da quello Draghi. Una mancanza che si aggiunge ad un contesto internazionale poco favorevole.

Tra i «formidabili shock che l’Unione europea ha subito» in questo 2023, la Commissione Ue mette l’accento su più fattori: la debolezza della domanda interna, con consumi al ribasso a causa dell’inflazione; il forte rallentamento nella fornitura di credito bancario causato dall’inasprimento della politica monetaria, anch’esso legato all’inflazione; il basso sostegno della domanda esterna, legato al poco brillante andamento dell’economia cinese; la crisi climatica.

«Pesano sulle prospettive i crescenti rischi climatici, mostrati dalle condizioni meteo estreme con incendi e inondazioni senza precedenti durante l’estate», sottolineano nel merito dalla Commissione. Basti ricordare la doppia alluvione in Emilia-Romagna, che da sola ha provocato danni per circa 9 mld di euro, cui si aggiungono altri eventi meteo estremi come gli incendi e le alluvioni che hanno devastato al Spagna e la Grecia.

Anche l’andamento dei prezzi dei combustibili fossili, il cui impiego rappresenta la fonte della crisi climatica, incidono direttamente sull’inflazione e la performance economica: «Si prevede che i prezzi dell’energia continueranno a scendere per il resto del 2023, ma a un ritmo più lento. Si prevede che aumenteranno leggermente di nuovo nel 2024, spinti dall’aumento dei prezzi del petrolio».

Non a caso la Banca centrale europea è intervenuta, solo pochi giorni fa, riaffermando che accelerare la transizione ecologica – a partire dall’installazione dei nuovi impianti necessari alle energie rinnovabili – conviene non solo al clima ma anche a famiglie, imprese e banche.

«C’è molto che possiamo fare per sostenere una crescita sostenuta e sostenibile. L’efficace attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza rimane una priorità fondamentale», aggiunge il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni; sotto questo profilo soprattutto l’Italia è chiamata a fare di più, in quanto il Pnrr più sostanzioso d’Europa è il nostro. «Infine – conclude Gentiloni – dobbiamo lavorare con determinazione per concludere entro la fine dell’anno un accordo sulla riforma delle nostre regole fiscali». Il rischio di un ritorno del Patto di stabilità e dell’austerità è infatti dietro l’angolo.