Inquinamento da plastica, dall’Unep la prima bozza per un trattato globale

Plauso del Wwf in vista dei negoziati di novembre: «Abbiamo bisogno che i paesi aumentino le proprie ambizioni e finalizzino un trattato che sia vincolante»

[5 Settembre 2023]

Il Programma dell’Onu per l’ambiente (Unep) ha pubblicato la “bozza zero” del trattato globale contro l’inquinamento da plastica, in vista dei prossimi negoziati internazionali sul tema che si terranno a Nairobi (Kenya) il prossimo novembre.

L’obiettivo, sottoscritto nel marzo del 2022 da 175 Paesi del mondo, è quello di concretizzare un trattato giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica entro la fine del 2024. La pubblicazione della bozza rappresenta un primo importante passo in tal senso.

Uno sforzo che il Wwf «elogia» evidenziando come il testo «offra molte soluzioni efficaci» (ad esempio si propone di sviluppare requisiti comuni di progettazione per i prodotti, per garantire un’economia sicura e circolare per la plastica), sebbene permangano «diversi elementi di debolezza» da correggere.

«Questa bozza – dichiara Eirik Lindebjerg, Global plastics policy lead del Wwfè solo il punto di partenza poiché entreranno ora nel vivo i negoziati sul testo del trattato. Se i paesi non riusciranno a stabilire forti misure comuni, cedendo a opzioni di tipo volontario, non riusciremo ad arginare l’insostenibile inquinamento da plastica che il mondo sta già sperimentando».

Gli impatti sull’ambiente della produzione di plastica, passata da 2 mln di ton annue nel 1950 alle 348 mln di ton del 2017, vengono infatti definiti dall’Onu «una catastrofe in divenire».

Il problema ovviamente non sta nel materiale in sé, che vede anzi molti impieghi essenziali, ma il suo impiego esagerato (si pensi alla diffusione estrema del monouso), la produzione a partire da fonti fossili come anche la cattiva gestione dei rifiuti conseguenti.

La buona notizia è che, sempre secondo l’Unep, l’inquinamento da plastica può essere ridotto dell’80% entro il 2040 usando le tecnologie esistenti riducendo del 55% la produzione di plastica vergine e puntando sull’economia circolare; si potrebbero così risparmiare 4,52 trilioni di dollari a livello globale e creare 700mila nuovi posti di lavoro.

«Abbiamo bisogno che i paesi aumentino le proprie ambizioni e finalizzino un trattato sulla plastica che sia vincolante a livello globale – conclude nel merito Lindebjerg – con divieti sui prodotti monouso ad alto rischio e requisiti sull’uso dei prodotti che prendano in considerazione il loro intero ciclo di vita e una transizione giusta. I paesi non si devono accontentare di un accordo debole».