Il Wwf boccia la legge di Bilancio del Governo Meloni: solo lo 0,1% allo sviluppo sostenibile

«È una battuta d’arresto per il nostro Paese, alle politiche ambientali vanno le elemosine»

[20 Novembre 2023]

Il disegno di legge di Bilancio 2024, approvato dal Governo Meloni e ora all’esame del Parlamento, incassa la sonora bocciatura del Wwf che parla di una «battuta d’arresto per il nostro Paese» sotto i profili della decarbonizzazione, della conservazione della biodiversità e più in generale dello sviluppo sostenibile.

I numeri in questo caso parlano chiaro: la legge di Bilancio movimenta risorse per circa 24 miliardi di euro, ma «alle politiche ambientali vanno le elemosine», come certifica un’analisi del Wwf sulle tabelle elaborate dal ministero dell’Economia e da quello delle Finanze.

«Dal disegno di legge di Bilancio emerge che alle aree protette, asse portante della tutela della biodiversità, viene destinato lo 0,5% (118 milioni di euro) del totale della Manovra, mentre allo sviluppo sostenibile va lo 0,1% (42 milioni di euro)», dettagliano gli ambientalisti.

In un contesto che vede l’Italia attraversare una fase di arretramento su gran parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile, la legge di Bilancio del Governo Meloni rischia dunque di peggiorare ulteriormente la situazione. Paradossalmente, in manovra trovano però spazio progetti come quelli del ponte sullo Stretto di Messina.

«Ci troviamo di fronte – argomenta il Wwf – ad una Manovra con scarse risorse per gli investimenti che risulta essere sbilanciata, come rilevato dalla Corte dei Conti, nel finanziare con 11,6 miliardi di euro (dal 2024 al 2032) un progetto quale il ponte sullo Stretto di Messina che ha impatti limitati sul sistema economico (rileva la stessa CdC). Progetto che ancora non è suffragato da certezze sui costi (nel Def la stima è di 14,6 miliardi), da un piano economico-finanziario, da una valutazione di impatto ambientale positiva, da conferme sulla sua fattibilità tecnica in un’area ad elevato rischio sismico».

Gli ambientalisti avanzano dunque 11 proposte di modifica alla Manovra, indicando anche tra le risorse reperibili quelle dedicate ai sussidi per le fonti fossili, stimate dallo stesso Governo (con riferimento al 2021) in 14,5 miliardi di euro l’anno, sebbene altre stime (in primis quelle di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale) arrivino a superare i 60 miliardi di euro annui.

Con un taglio di 7 mld di euro ai sussidi fossili, e relativo incremento di gettito per lo Stato, il Wwf propone ad esempio di «istituire un Fondo emissioni zero per orientare il sistema produttivo nel senso dell’economia circolare, produzione energetica da fonti rinnovabili, giusta transizione».

Tra le proposte spiccano poi la cancellazione dei finanziamenti al ponte sullo Stretto, il mantenimento di 280 milioni di euro l’anno (altrimenti cancellati) al Fondo per il clima, lo stop all’ennesima proroga di sei mesi (fino al luglio 2024) per la plastic tax, la proroga del Superbonus 110% per l’efficientamento energetico di 758mila case di edilizia residenziale pubblica.

In particolare, per tutelare il Paese dal rischio idrogeologico, il Wwf chiede l’istituzione di un Fondo da 500 mln di euro nel 2024 per conseguire l’obiettivo nazionale di 1.500 km di fiumi rinaturalizzati entro il 2030 (derivante dalla Strategia europea per la biodiversità).

Per quanto riguarda infine l’agricoltura biologica, gli ambientalisti del Panda chiedono di incentivare l’uso di prodotti e fertilizzanti che siano ammessi anche in agricoltura biologica (rimodulando le aliquote Iva dal 10% al 22% per erbicidi, insetticidi e fungicidi, e dal 4% al 22% per i fertilizzanti), e al contempo di creare un Fondo da 100 mln di euro per incentivare il consumo di prodotti biologici certificati per le donne in stato di gravidanza e per i bambini sino a 3 anni.