Non hanno accettato di partecipare all’indagine del Wwf

Elezioni europee, i partiti del Governo Meloni (e Italia viva) voltano le spalle al Green deal

«Serie preoccupazioni sulla volontà delle forze del centro-destra di confermare la transizione ecologica come priorità, la presidente ha reiterato una posizione nettamente contraria»

[20 Marzo 2024]

I prossimi 8 e 9 giugno si svolgeranno (anche) in Italia le elezioni europee, dalle quali passano buona parte delle ambizioni per la transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica in corso.

Per chi si domanda cosa può fare in prima persona per difendere l’ambiente così come la prosperità della società europea, la risposta è di scegliere attentamente a chi concedere il proprio voto.

Per aiutare l’elettorato a orientarsi, e capire quale siano le varie posizioni su Green deal, natura e clima in vista delle prossime elezioni europee, il Wwf ha elaborato un questionario sottoponendolo all’attenzione dei principali partiti italiani.

Cinque partiti – Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Azione, Movimento 5 Stelle (M5S), Partito democratico (Pd) e +Europa – hanno accettato di incontrare il Panda nazionale, mentre quelli che sostengono il Governo Meloni (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) non hanno fornito riscontro, così come Italia viva.

«La decisione dei partiti di Governo – commentano dal Wwf – solleva serie preoccupazioni e dubbi sulla volontà delle forze del centro-destra di confermare il Green deal e la transizione ecologica come priorità della prossima legislatura europea».

Non è una novità: all’Europarlamento, i partiti del Governo Meloni si sono sempre schierati compattamente contro le principali ambizioni del Green deal, sminuendo al contempo la gravità della crisi climatica in corso. Lo stesso si può dire all’interno dei patri confini, contando che il 2023 è stato definito dal Wwf «un anno di marcia indietro» su clima e natura per l’Italia.

«Proprio ieri – sottolineano gli ambientalisti – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni al Senato in vista dell’imminente Consiglio europeo, ha reiterato la posizione nettamente contraria del Governo italiano al Green deal, non tenendo per nulla conto che la transizione verde non è una guerra ideologica ma una necessaria e urgente trasformazione supportata dalla scienza e dettata dagli effetti disastrosi che la crisi climatica e ambientale ha generato e continua a generare sull’economia e sulla società».

Tutto questo nonostante il Partito popolare europeo (Ppe), che raccoglie le adesioni dei principali partiti di centrodestra compresa Forza Italia – ma non  l’estrema destra di Lega o FdI –, abbia confermato all’Ufficio europeo del Wwf di considerare il Green deal una priorità.

«Il Green deal è l’unica agenda di politica industriale a livello europeo volta a contrastare le sfide epocali poste dal cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità – commenta Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del Panda nazionale – I risultati del questionario del Wwf ai partiti dimostrano che c’è ancora spazio affinché il Green deal resti una priorità politica del prossimo Parlamento europeo. Tuttavia, tra le forze politiche rimangono notevoli differenze quando si tratta di impegnarsi su misure specifiche e con scadenze obbligatorie.

Il mancato riscontro dei partiti di Governo al questionario Wwf pone due problemi: il primo di metodo, perché non è certo un segnale positivo che delle forze politiche si rifiutino di confrontarsi con la società civile e con determinati portatori di interessi generali; il secondo di merito perché questo silenzio accompagnato alle numerose dichiarazioni populiste contro le principali misure del Green deal pronunciate dai leader del centro-destra sollevano non poche preoccupazioni sulla volontà politica di rafforzare il percorso verso una transizione ecologica rapida, efficace e inclusiva».