È iniziato in Kenya il primo vertice sul clima in Africa

Per la crisi climatica 7,4 mln di persone sfollate in Africa sub-sahariana nell’ultimo anno

Save the children: «Molti bambini si aggrappano alla sopravvivenza passando da un evento meteorologico estremo all'altro, incerti se le piogge fuori stagione siano una benedizione per i raccolti in crisi o se spazzeranno via le loro case»

[5 Settembre 2023]

Se in Italia gli sbarchi di migranti sono più che raddoppiati quest’anno, arrivando a oltre 89mila nonostante il Governo Meloni, le migrazioni interne nell’Africa sub-sahariana causate dalla crisi climatica sono di ben altro ordine di grandezza.

I dati dell’Internal displacement monitoring centre mostrano che, nell’area di riferimento, gli sfollati interni causati dai disastri climatici stati il triplo rispetto al 2021 (7,4 mln di spostamenti vs 2,6 mln): si tratta del più alto numero annuale di nuovi spostamenti a causa di disastri climatici mai registrato nella regione.

Una realtà con cui è chiamato a confrontarsi il primo vertice sul clima in Africa (Acs), iniziato ieri in Kenya con anche la partecipazione del ministero dell’Ambiente italiano.

Il problema è tanto più urgente in quanto riguarda per larga parte la popolazione più fragile, a partire dai bambini. Da Save the children mostrano che dei 7,4 mln di sfollati nell’Africa sub-sahariana nel 2022, almeno 1,85 mln sono bambini (quasi raddoppiati rispetto al milione del 2021).

«In Nigeria e in tutta la regione molti bambini sono terrorizzati – commenta Vishna Shah, dirigente dell’Ufficio regionale di Save the Children per l’Africa occidentale e centrale – Si aggrappano alla sopravvivenza passando da un evento meteorologico estremo all’altro, incerti se le piogge fuori stagione siano una benedizione per i raccolti in crisi o se spazzeranno via le loro case. Sono impaziente di vedere  come i leader dei Paesi daranno voce alle loro esperienze e alle loro preoccupazioni al Vertice sul clima in Africa questa settimana. I bambini non hanno fatto nulla per causare questa crisi, e hanno bisogno che la Comunità internazionale mantenga gli impegni finanziari climatici».

È particolarmente critica la situazione in Nigeria e in Somalia. Nel primo caso, le inondazioni nello Stato di Borno e in altre parti della Nigeria hanno portato il Paese a registrare il più alto numero di nuovi sfollati interni dovuti a disastri climatici di tutta l’Africa sub-sahariana nel 2022.

Nel frattempo, in Somalia, cinque stagioni delle piogge mancate hanno costretto circa 6,6 milioni di persone (pari al 39% della popolazione) a livelli critici di fame.

Un contesto che quest’anno potrebbe peggiorare ancora, considerando l’arrivo di “El Niño”, che provoca eventi meteorologici ancora più estremi e fa aumentare ulteriormente le temperature globali.

Nel Corno d’Africa, El Niño è storicamente associato a precipitazioni superiori alla media durante la stagione delle piogge da ottobre a dicembre. Come è stato dimostrato dalle alluvioni degli ultimi mesi, il terreno arido dopo quasi tre anni di siccità non è in grado di assorbire l’acqua e il rischio di ulteriori inondazioni, sfollamenti, carenze alimentari e malattie è molto alto. El Niño del 2015-2016 ha causato siccità in ampie zone dell’Africa meridionale, che potrebbero ripetersi anche questa volta.