La presidente di Arpa Lombardia «non crede» che la crisi climatica sia frutto dell’uomo

Legambiente: «Non possiamo non chiederci se questa persona possa ancora restare alla presidenza di un ente così importante»

[6 Novembre 2023]

Appena prima delle alluvioni portate (soprattutto) in Toscana dal ciclone extra tropicale Ciaran, l’Italia ha vissuto il suo ottobre più caldo almeno dal 1800, con +3,14°C rispetto alla media del trentennio climatologico 1991-2020.

Nell’Italia centrale l’anomalia è arrivata a +3,38°C, e non è un caso che al gran caldo facciano seguito le bombe d’acqua. Per ogni grado di riscaldamento in più che sperimentiamo, l’atmosfera è in grado di trattenere un 7% in più di vapore acqueo, incrementando le possibilità di violenti rovesci; in alcune aree della Toscana, ad esempio, in tre ore è caduta la pioggia di un mese.

Pochi giorni prima ad essere colpita dall’alluvione era la Lombardia, dove per l’ennesima volta sono esondati sia il Seveso sia il lago di Como.

Eppure la neo-presidente dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) della Lombardia, Lucia Lo Palo, è intervenuta nei giorni scorsi per dichiarare una posizione diametralmente opposta a quella maturata in seno alla comunità scientifica internazionale attiva sugli studi climatici.

«Io non credo che il cambiamento climatico sia frutto dell’uomo – ha affermato Lo Palo – L’Italia è una regione che è hot spot, essendo un hot spot il cambiamento è in corso, ma è una cosa che è in corso da varie ere geologiche, noi attraversiamo il cambiamento climatico da molto tempo, da sempre, da quando la Terra esiste».

Se è vero che il clima è sempre cambiato nel corso delle ere geologiche, gli studi scientifici passati al vaglio dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu (Ipcc) mostrano che il riscaldamento globale ha una velocità e un’intensità senza precedenti da almeno duemila anni.

Lo Palo «non crede» che la crisi climatica in corso sia frutto della mano umana, ma è un’affermazione che mostra poca confidenza col metodo scientifico.

Non si tratta di credere o meno, ma di portare una tale mole di dati a sostegno della propria tesi, pubblicati su riviste scientifiche peer-review, che possano far cambiare idea non a qualche scienziato ma alla maggior parte dell’intera comunità scientifica internazionale di settore.

Tutto questo non sta neanche lontanamente avvenendo. Anzi: prendendo in esame gli oltre 88mila studi pubblicati sul tema dal 2012 al 2020, solo 28 mostrano scetticismo in merito. Si tratta di un consenso scientifico pari al 99,9%, non a caso fatto proprio dall’Ipcc.

«Il punto – evidenza il comitato scientifico di Climalteranti – è che la presidente di Arpa Lombardia non mostra di disporre di alcuna competenza sulla materia climatica. Ha infatti un diploma in materie linguistiche e uno o due anni di studi universitari di filosofia (poi abbandonati); pertanto non ha nemmeno il titolo di studio che viene richiesto per l’assunzione dei funzionari nell’ente che presiede».

Nominata dalla Giunta regionale della Lombardia lo scorso 8 agosto, Lo Palo era stata candidata (non eletta) con Fratelli d’Italia – il partito della premier Giorgia Meloni, noto per le sue posizioni contrarie alla transizione ecologica – proprio alle elezioni regionali di quest’anno in Lombardia. Travolta dalle critiche dopo le sue affermazioni sul cambiamento climatico, Lo Palo in tutta risposta ha continuato a rilanciare commenti di apprezzamento/negazionisti sul suo profilo X (ex Twitter).

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, reputa «gravi le dichiarazioni della presidente di Arpa Lombardia, una persona con importanti responsabilità proprio sui problemi di cui parla in modo sbagliato e irresponsabile. Di fronte a una sempre maggiore preoccupazione per il futuro delle politiche ambientali lombarde non possiamo non chiederci se questa persona possa ancora restare alla presidenza di un ente così importante».