Trentino: in mille al corteo contro la legge ammazza-orsi

Caso orso M90, solidarietà all’Ispra dal ministro Pichetto Fratin

[12 Febbraio 2024]

Il corteo – al quale hanno aderito anche le principali associazioni animaliste Lav, Lac, Lndc animal protection, Leal, Enpa, AnimaLiberAction, Ribellione animale e Bearsandothers – ha sfilato pacificamente sotto la pioggia  per le vie di un centro storico blindato dalle forze dell’ordine, esprimendo «forte sdegno e preoccupazione per la strage di orsi in atto in Trentino e in totale opposizione alla giunta Fugatti e alla legge “ammazza-orsi”, che prevede l’uccisione di 4 cuccioli e 4 orsi adulti all’anno».

Secondo l’associazione che ha guidato il corteo, StopCasteller, «Fugatti continua a buttare benzina sul fuoco, alimentando la comprensibile paura delle persone, per realizzare un obiettivo che era manifesto fin dagli albori della sua carriera politica: sbarazzarsi degli orsi in Trentino causando una nuova estinzione. Sa bene il presidente Fugatti, ma non lo dice, che sommando gli orsi uccisi, quelli braccati e quelli rinchiusi in gabbia ben presto la popolazione ursina delle Alpi si troverà nuovamente sull’orlo dell’estinzione. Del resto cosa aspettarsi da politici come Fugatti e Claudio Cia, che sarebbero felici di organizzare banchetti a base di carne d’orso con i loro amici cacciatori?».

Nonostante le precisazioni e i chiarimenti forniti dall’l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), non è mancato uno striscione contro l’Ispra e gli attivisti di StopCasteller, hanno proseguito nel loro attacco: «Ancora più deplorevole è l’operato di Piero Genovesi di Ispra, le cui mani sporche di sangue dovrebbero solo firmare la sua lettera di dimissioni. Responsabile del Servizio Fauna selvatica dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, costui avrebbe dovuto difendere gli orsi invece della poltrona su cui siede. Ha ratificato l’uccisione di numerosi plantigradi, per compiacere i politici di turno, ed è responsabile del fallimento di numerosi progetti Life Natura, da lui presieduti e finanziati dall’Unione Europea, che si sono conclusi, puntualmente, nel sangue: dai mufloni dell’isola del Giglio agli orsi in Trentino».

Toni e accuse verso uno dei più stimati scienziati italiani ritenuti eccessivi da molti, a cominciare dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha dichiarato: «E’ inaccettabile che in questi giorni l’Ispra e i suoi tecnici siano fatti oggetto di insulti e minacce dopo la scelta della Provincia di Trento di abbattere l’orso M90. Sui social, ma anche nel corso di manifestazioni, sono sdoganate parole come “assassini” per persone che svolgono, con estremo rigore, funzioni tecniche e scientifiche, non ricoprendo posizioni amministrative né avendo la responsabilità di decisioni politiche. All’istituto e ai suoi tecnici va tutta la mia solidarietà, che si unisce all’invito per le autorità competenti di monitorare con grande attenzione questa escalation di odio da non sottovalutare».

Inoltre, proprio mentre il ruolo dell’Ispra viene messo in discussione e “declassificato” da proposte di legge come quelle sulla caccia selvaggia, accuse di questo genere rischiano di fare il gioco delle stesse forze politiche e sociali che gli animalisti asseriscono di voler combattere, e che anche StopCasteller identifica nel suo comunicato: «Due nuovi orsi sono ora nel mirino della Provincia ma non permetteremo che le segnalazioni anonime delle nuove ronde leghiste su facebook decretino la morte di animali che, ricordiamo, sono sotto la più severa protezione dello stato. Così come non possiamo permettere che l’orsetto Nino, condannato a vivere in una gabbia, sia esposto al pubblico ludibrio in quello zoo che è il Belpark di Spormaggiore. Continueremo anche a lottare per M49 che marcisce al Casteller nel più totale silenzio. Quello che sta avvenendo in Trentino è segno di un rapporto malato con la natura e con il resto del vivente. Le valli non possono e non devono essere un possesso esclusivo dell’uomo».

Gli attivisti animalisti hanno espresso infine grande rabbia e indignazione per la conferma di quanto da mesi già avevano intuito. «L’orsa Fiona-F36 e l’orso Johnny-MJ5, rinvenuti senza vita in autunno, sono stati assassinati: lei fucilata, lui avvelenato». E concludono: «Che fine ha fatto il cucciolo che accompagnava Fiona? Il Corpo forestale del Trentino che fa? Non vede, non sente, non parla».