L’abbattimento dell’orso M90 e il ruolo dell’Ispra

Per l'Istituto l'uccisione non era l'unica strada percorribile. Domani manifestazione contro la legge “ammazza orsi” a Trento

[9 Febbraio 2024]

Accusato dalle associazioni animaliste di aver autorizzato l’abbattimento dell’orso M90 in Val di Sole, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) chiarisce con una nota come si è arrivati alla decisione presa dalla Provincia di Trento.

Ispra spiega che «sui temi legati alla gestione degli orsi confidenti o pericolosi in Provincia di Trento, l’Istituto è chiamato ad esprimere pareri sulla coerenza degli interventi proposti dalla Provincia Autonoma di Trento, alla luce delle casistiche previste dal Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali), il documento di riferimento che stabilisce il protocollo di intervento sugli orsi, formalmente adottato dal ministero dell’Ambiente, dall’Ispra e da tutte le Regioni e Province autonome delle Alpi centro orientali.

Più specificamente, Ispra valuta di caso in caso i comportamenti mostrati dagli individui di orso sulla base della casistica prevista dal Pacobace e verifica se gli interventi proposti dalla Provincia di Trento rientrano tra quelli previsti nel medesimo Piano».

Alla luce dei dati forniti dalla Provincia di Trento, l’Ispra ha accertato tre comportamenti problematici di M90 contemplati nel Pacobace, precisamente le Categorie 10 orso causa danni nelle immediate vicinanze di abitazioni; 12 orso è ripetutamente segnalato vicino a fonti di cibo di origine antropica; 13 orso è ripetutamente segnalato in centro residenziale o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso; 16 orso segue intenzionalmente le persone.

La nota evidenzia che «quale azione finale adottare tra quelle previste dal Pacobace, non è decisione che spetta a Ispra, ma è unicamente in capo all’Amministrazione provinciale di Trento e ai suoi Organi, come stabilito dalla Legge provinciale di Trento n. 9/2018 e tenuto conto dell’articolo 59 della successiva Legge provinciale n. 9/2023. Il Pacobace ordina le categorie di comportamento in una scala di crescente pericolosità e chiarisce la necessità di tener conto – nella valutazione della pericolosità dell’individuo – anche della sequenzialità e ripetizione dei comportamenti. Questi aspetti sono stati analizzati nel parere emesso da Ispra, ritenendoli indice di potenziale pericolosità».

Secondo il Pacobace, per le categorie che vanno da 13 a 18 sono stabilite tre opzioni di intervento: 1 cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio; 2 cattura per captivazione permanente; 3 abbattimento.

Oltre a condurre le verifiche, l’Ispra «ha raccomandato l’adozione di misure urgenti per la messa in sicurezza dei cassonetti contenenti rifiuti, i cosiddetti “cassonetti anti orso”, in modo da assicurare la completa esclusione dell’accesso a tali fonti di cibo da parte degli orsi ed evitare lo sviluppo di comportamenti di confidenza».

Insomma, Ispra non ha imposto nessun abbattimento e l’uccisione di M90 è stata una decisione autonoma della Provincia di Trento, che avrebbe o potuto anche optare per altre opzioni.

Ed è proprio contro la Provincia di Trento e il suo presidente leghista Maurizio Fugatti che domani, 10 febbraio, a Trento è stata convocata la manifestazione nazionale StopCasteller che però se la prende anche con Ispra.

Gli attivisti di StopCasteller denunciano che «la strage di orsi in Trentino è iniziata. L’uccisione di Sonny-M90 è stata solo un’anteprima della strage che si prepara per gli orsi in Trentino. Nel mirino della Provincia infatti sono già finiti due nuovi orsi: un orso che a Bolentina ha rovistato in un cassonetto di notte (un cassonetto non a norma nonostante siano trascorsi 20 anni dall’inizio del progetto Life Ursus); e un’orsa, avvista da un cacciatore su una pista ciclabile, in compagnia del suo cucciolo. L’idea cardine di Fugatti e dei suoi elettori è “prima spariamo e poi mettiamo i cassonetti”».

E gli animalisti tornano ad attaccare anche l’Ispra: «Questo è un crimine nei confronti di una specie protetta al massimo livello dalla Direttiva Habitat e di questo speriamo che Fugatti dovrà presto rendere conto: lui e i suoi complici, fra cui Piero Genovesi, direttore di Ispra, che avrebbe dovuto sanzionare la Provincia di Trento per il suo operato e invece continua a collaborare all’uccisione degli orsi».

StopCasteller rivela che «gruppi Facebook come “Orgogliosamente Trentini”, inebriati dal sangue di M90, raccolgono, senza alcuna autorità, segnalazioni anonime di avvistamenti ursini, con il fine implicito di creare i presupporti per la loro tempestiva uccisione. Mentre secondo fonti vicine al parco Adamello Brenta gli orsi uccisi nell’ultimo anno sarebbero nell’ordine di almeno 20 o 30 individui. Venti anni di mancata prevenzione e continui allarmismi, funzionali a chi attorno al tema degli orsi ha costruito la propria campagna elettorale, hanno creato un clima di paura e di odio che ci fa precipitare nel far west ogni giorno che passa. E intanto l’elenco di orsi morti dall’inizio del progetto cresce e cresce. Nel frattempo, l’unica salvezza per questi orsi sono le mobilitazioni di protesta di tanti cittadini indignati da quello che sta succedendo, contro una scandalosa gestione politica che manipola la paura delle persone per i suoi fini. Domani in piazza mostreremo che c’è un altro Trentino, un’altra Italia che non vuole morte e sfruttamento ma creare relazioni positive con la natura e con il resto del vivente: questa è l’eredità che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi».