La delegazione del World water council è nella Capitale per incontrare il comitato promotore

Roma città dell’acqua, si rafforza la candidatura per il World water forum del 2027

Si tratta del più importante evento pubblico internazionale sui vari aspetti della risorsa idrica, è sfida con Riyad (Arabia saudita) per ospitarlo

[24 Gennaio 2024]

L’acqua è la risorsa naturale per eccellenza, che sta alla base delle vita come all’incrocio di tutte le principali sfide che hanno a che fare con la transizione ecologica, dalla crisi climatica – che ha già tagliato la disponibilità di risorsa idrica del 20% nel nostro Paese, rispetto al 1921-1950 – ai servizi pubblici locali per i cittadini.

L’evento per eccellenza per indagare tutte le molteplici sfaccettature dell’oro blu è il World water forum, che dal 1997 viene organizzato ogni triennio in un Paese diverso dal World water council (Wwc).

Il Forum mondiale dell’acqua rappresenta infatti una piattaforma unica, dove la comunità internazionale si confronta su programmi, sfide, opportunità, che riguardano il mondo dell’acqua: dal suo uso in agricoltura ai temi della desertificazione, dalla gestione delle acque interne all’innalzamento del livello dei mari, dall’accesso alla risorsa idrica alla sua distribuzione nelle nostre città fino alle questioni globali della “diplomazia blu”.

La decima edizione del Forum avrà luogo in Indonesia, a Bali, il prossimo anno; dal 20 al 26 marzo 2027 potrebbe invece toccare all’Italia, con Roma e la sua proposta ribattezzata One water proprio per sottolineare come le tante facce con cui si presenta il tema acqua non possono che ricondurre alla centralità di quest’elemento per il futuro di tutti.

La candidatura del nostro Paese è stata avanzata lo scorso giugno e formalizzata il 31 dicembre, mentre ieri e oggi una delegazione del Wwc è arrivata nella Capitale per incontrare per la prima volta il comitato promotore.

Le riserve verranno sciolte nel maggio di quest’anno – insieme a quella di Roma è in ballo la candidature di Riyad per l’Arabia saudita –, ma questi due giorni hanno messo in chiaro che l’Italia è pronta a fare sul serio, a partire dalla solidità del comitato promotore presieduto da Maria Spena che riunisce sei ministeri (Affari esteri, Ambiente, Agricoltura, Infrastrutture, Protezione civile, Università) oltre a Roma capitale, Regione Lazio, Aics, Anbi, Fondazione Earth and water agenda (Ewa) e Utilitalia.

Ieri la delegazione Wwc ha incontrato il comitato promotore direttamente a Palazzo Chigi, per poi proseguire in un appuntamento con l’Anbi alla Camera di commercio e infine dirigersi oggi al convegno Roma, città dell’acqua organizzato dall’Amministrazione capitolina.

Sono molte le caratteristiche che rendono l’Italia una candidata eccellente per il Forum: la nostra è la nazione con la più alta pluviometria in Europa, e la terza per disponibilità idrica dopo Francia e Svezia; Roma è stata la prima grande città ad essersi dotata di un acquedotto, ed è dotata oggi di 3.242 km di rete fognaria e 6.900 km di rete idrica; è il Comune costiero più grande in Europa, è attraversata da 56 km di Tevere e ha un reticolo idrografico tra i maggiori del continente; accoglie la sede della Fao ed è la città che ospita più rappresentanze diplomatiche estere al mondo (senza dimenticare il Vaticano).

Infine, il convegno odierno ha messo in campo la disponibilità di investimenti da 2 miliardi di euro – attraverso un piano elaborato dal Campidoglio in collaborazione con la partecipata pubblica Acea – per migliorare il servizio idrico e la gestione dell’acqua a livello locale.

Oltre la metà di questi investimenti (1,2 mld di euro) sono destinati a realizzare la più grande opera europea per l’approvvigionamento d’acqua, ovvero la costruzione della seconda linea dell’Acquedotto del Peschiera.

Il resto delle risorse spazia dall’ulteriore riduzione delle perdite di rete (negli ultimi anni già passate dal 43% al 27,8%, a fronte di una media nazionale del 42%) alla realizzazione degli impianti idrici e fognari nelle aree periferiche di Roma ancora sprovviste, fino a promuovere la resilienza al cambiamento climatico, declinata in termini di riduzione della vulnerabilità delle aree urbane di fronte ad alluvioni, siccità, scarsezza della risorsa idrica.

Tutti temi esplorati in seno al convegno odierno, in particolare all’interno della sezione coordinata dal presidente della Fondazione Ewa, Erasmo D’Angelis, cui hanno partecipato l’ad di Acea Fabrizio Palermo, i due accademici Francesco Maria Cifarelli e Riccardo Valentini, e il segretario generale dell’Autorità di bacino Marco Casini; nel corso della sessione è stato esplorato il tema acqua in tutte le sue declinazioni, dalla tutela e valorizzazione, all’acqua nella storia della città, alla tutela della risorsa naturale a fronte della crisi climatica in corso.